Domani, la Chiesa agrigentina celebrerà la beatificazione di Rosario Angelo Livatino, il giudice assassinato da un commando di “stiddari” il 21 settembre 1990. L’evento, sarà al centro di una serie di appuntamenti televisivi.

Alle 8,50, per il ciclo “La Grande Storia Anniversari“, in onda su Rai3, Paolo Mieli introdurrà “Rosario Livatino – Un giudice di frontiera”, con i giornalisti Attilio Bolzoni e Franco Castaldo, memoria storica della mafia agrigentina.

Su Rai1, a partire dalle 10:00 di domani, in diretta dalla Cattedrale di Agrigento, sarà trasmessa la santa che sarà presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.  La trasmissione “A Sua Immagine”, precederà e seguirà la cerimonia per commentare questo evento eccezionale, perché vede il primo giudice, nella storia della Chiesa, assurgere agli onori degli altari. Ospiti di Lorena Bianchetti saranno il professor Nando Dalla Chiesa, figlio del generale ucciso dalla mafia, e autore di un libro dedicato proprio a Rosario Livatino –  dal quale è stato tratto il film “Il giudice ragazzino” che Rai Movie (canale 24 del digitale terrestre), trasmetterà nello stesso giorno alle ore 15:45 – e Andrea Purgatori, che della fiction su Livatino

Alle 15,00 su Rai Storia, il documentario “Il giudice di Canicattì“, proporrà un ritratto del giudice con immagini del magistrato e interviste esclusive, come quella al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che di Livatino fu collega e che testimonia un passaggio che lo vede coinvolto in un aneddoto con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nei locali del Comune di Canicattì poche ore prima che venisse celebrato il rito funebre di Livatino.

Un episodio che riemerge grazie a documenti fotografici, come quelli di Tony Gentile, e filmati con le immagini di archivio di Rai Teche. Fra gli interventi anche quelli di Pietro Grasso, Stefano Dambruoso, Salvatore Cardinale, Luigi Ciotti, Ida Abate e altri come don Giuseppe Livatino, postulatore della causa di beatificazione; l’avvocato Giovanni Tesè e il professor Giuseppe Palilla, compagni di scuola di Livatino.