Chi bestemmia in campo sarà espulso temporaneamente.
Lo ha deciso il Csi di Torino e la “sanzione” sarà applicata nel campionato di calcio provinciale. L’imprecazione a sfondo religioso, da quest’anno, non sarà più punita con il cartellino rosso, ma dal ‘cartellino azzurro’, che comporta l’allontanamento temporaneo.

La soluzione è stata adottata dopo le richieste dei dirigenti di alcune delle squadre. “Abbiamo trovato una mediazione”, dice uno di loro.

Il ‘cartellino azzurro’, nei campionati Csi, è in vigore già da qualche anno e, a Torino, valeva per una serie di infrazioni come, per esempio, il fallo da ultimo uomo. La bestemmia è entrata a far parte dell’elenco quest’anno.

“E’ vero – ammette uno dei dirigenti, Gianco Ferreri – smoccolare non è bello, non è educato, non si fa. Però, purtroppo, ogni tanto scappa qualcosa, magari dopo un pestone o un contrasto troppo duro. Dopotutto stiamo giocando a calcio. E l’espulsione, a tanti di noi, sembrava una sanzione eccessiva: siamo gente che gioca per pura passione. A me, quando giocavo, una volta è capitato di prendermela con il Creatore e quando l’arbitro ha tirato fuori il cartellino rosso sono stati gli stessi avversari a chiedere clemenza perché eravamo già in dieci per parte dopo 10′”. “Le nostre – aggiunge Stefano Gubernati, allenatore in seconda di un’altra squadra – sono partite combattute, ma pur sempre amatoriali. Lo spirito è di far giocare tutti. Una sanzione intermedia come questa è senz’altro corretta”.

La parziale ‘depenalizzazione’ della bestemmia è già stata sperimentata dal Csi Bologna nel 2013.