E’ l’associazione universitaria RUN e  i loro rappresentanti: Salvatore Iacono (CNSU), Domenico Catuara  (Consiglio Studenti Unipa) e l’associazione culturale POMERIVM rappresentata da Vincenzo Spoto e Lucrezia Gazziano  a fare il punto sulla situazionein cui versa oggi il Polo Universitario di Agrigento e ad informare la cittadinanza tutta su cosa si potrebbe fare per salvarlo. Come ormai molti già sanno, la situazione del polo è drammatica e, se nulla si muove, esso rischia realmente di andare incontro alla chiusura. La scelta del Commissario Straordinario del Libero Consorzio di Agrigento Alessandra Di Liberto (socio fondatore del CUPA con una quota pari a 750.000.00 euro l’anno) e della Camera di Commercio di Agrigento (socio fondatore con una quota pari a 50 mila euro l’anno) di recedere dal CUPA, impedisce ai soci dello stesso di riunirsi in assemblea dando, dunque, vita ad una situazione d’impasseche porterebbe, inevitabilmente, all’epilogo del polo. Si tratta di una superficialità inaudita che mette a repentaglio non soltanto la comunità studentesca agrigentina ma l’intero territorio che verrebbe privato di una delle poche realtà positive rimaste in quella che è l’ultima provincia italiana. Il CUPA, pertanto, sembra essere un peso per i soci che hanno revocato il sostegno economico-finanziario del Polo piuttosto che un presidio di cultura e di sviluppo per il nostro paese.  Glli studenti, le famiglie e insieme a loro le associazioni RUN e POMERIVM si oppongono alla grave e ingiusta scelta intrapresa dalla Dott.ssa Di Liberto e dalla Camera di Commercio di Agrigento di non elargire il proprio contributo economico in favore del CUPA che, in tal modo, rischia di chiudere i battenti definitivamente. A tal fine le due associazioni stanno intraprendendo delle azioni di sensibilizzazione e di protesta finalizzate a far tornare sui propri passi i due dei tre soci fondatori.  Soltanto così, l’assemblea dei soci potrebbe validamente ricostituirsi e trovare i fondi necessari alla sopravvivenza e al rilancio del Polo Universitario agrigentino, fiore all’occhiello tra i poli decentrati d’Italia; pertanto, chiediamo ai politici e alle istituzioni agrigentine di agire unitamente e concretamente per scongiurare la chiusura dello stesso, evitando di utilizzare le solite dichiarazioni di circostanza che, se non accompagnate da interventi mirati e tangibili, porterebbero al nulla. Diventa imprescindibile, in una situazione del genere, tutelare il diritto allo studio di circa 3.000  studenti che si ritroverebbero ad essere sballottati in altri atenei per una scelta politica fuori da ognilogica. Le associazioni sopra menzionate colgono l’occasione per ricordare che, nei diversi comuni della provincia, saranno presenti dei siti di raccolta firme diretti a far impegnare le istituzioni competenti a compiere quanto necessario per la nostra causa. Vi terremo informati su qualsiasi ulteriore iniziativa promossa.