“Dopo il pareggio casalingo di domenica 29 settembre con il Comprensorio Montalto, dopo i fischi di fine partita, dopo i rilievi mossi alla capacità gestionale della Società, dopo le critiche a Mr. Betta, dopo il tam tam sul cambio dell’ allenatore e dopo il ping-pong di dichiarazioni al fulmicotone, siamo arrivati alla partita di domenica scorsa.

Ci siamo arrivati dopo una brutta settimana nella quale le critiche e le polemiche si sono inseguite nervosamente sui giornali, nelle televisioni, nei bar e per le strade e ci siamo arrivati sotto pressione, troppo sotto pressione se si pensa che l’AKRAGAS e’ seconda in classifica a tre punti dalla prima.

A mente fredda e riconquistata una certa serenità, mi pare opportuno fare delle valutazione e condividerle con tutti gli AKRAGANTINI nella speranza – e non mi faccio illusioni – che, se condivise, possano contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali generali nelle quali tutti noi, dirigenti, tecnici, giocatori, giornalisti e tifosi, ognuno con le proprie funzioni, responsabilità e aspettative operiamo ogni giorno accomunati da una immensa passione e da un grande sogno: l’AKRAGAS e la promozione in LEGA PRO.

Voglio ripartire da una frase dell’articolo di Fabio Russello “…dobbiamo crescere tutti”. Parto da lì perché ne condivido profondamente il senso, nella consapevolezza, tuttavia, che di tale ineluttabile verità non tutti quelli che parlano di AKRAGAS hanno coscienza e che questo squilibrio di consapevolezza può essere fatale perché foriero di incomprensioni e malintesi che inesorabilmente sfociano in sterili ma fastidiose polemiche che danneggiano l’AKRAGAS complicando il suo cammino verso la LEGA PRO.

Per me, per gli altri dirigenti dell’AKRAGAS, per tutti i soci ed anche per lo staff tecnico è un assioma, un principio di base sul quale fondare ogni scelta ed ogni attività; ne abbiamo chiara e profonda consapevolezza. La consapevolezza della nostra attuale dimensione e della necessità’ di una crescita equilibrata nel breve affinché’ sia duratura nel medio e lungo periodo, per noi è un punto di riferimento che ci consente di affrontare con umiltà tutte le sfide che il progetto AKRAGAS ci pone davanti.

Mi pare opportuno ricordare alcuni dati di contesto per inquadrare l’argomento nelle sue giuste dimensioni e, perché no, per amor di verità. Non senza evidenziare, intanto, che ogni aspetto dell’attuale situazione è il naturale sviluppo ed è in coerente continuità rispetto alle passate stagioni e che, pertanto, nulla di ciò che viene deciso e attuato oggi può intendersi come alieno rispetto a quanto è avvenuto dalla sconfitta dello spareggio con la Cavese ad oggi. Mi si conceda una breve ricostruzione storica dei fatti.

L’AKRAGAS della stagione 2012/2013 (allenatore Rigoli) dopo un campionato di Eccellenza disputato ai vertici e dopo i Play-off della sconfitta con la Cavese fu costruita per disputare il campionato di Serie D in vista del possibile ripescaggio poi sfumato. Era una squadra di categoria superiore e vinse trionfalmente un campionato senza storia arrivando meritatamente in serie D.

L’AKRAGAS della stagione 2013/2014 (mister Rigoli) fu potenziata con innesti importanti nell’ossatura della squadra dell’anno precedente per disputare un campionato di Serie D di alto livello. Alla prova del campo andò anche meglio delle aspettative di pre-campionato tanto che nel mercato di dicembre si fecero ulteriori importanti investimenti, non programmati ma resi necessari dalle circostanze, per puntare alla promozione in LEGA PRO. Quella squadra arrivo’ seconda in campionato e seconda ai Play-off, fallendo l’obiettivo dichiarato in corso di stagione della LEGA PRO e dando il via al balletto del ripescaggio con tutte le incertezze, gli impegni e gli oneri economici connessi.

L’AKRAGAS della stagione 2014/2015 (mister Betta) è inesorabilmente figlia delle prime due. E’ figlia di due stagioni di grande impegno, di grandissimi sforzi e sacrifici, figlia di mille difficoltà operative tecniche organizzative ed economiche (sempre affrontate e superate da questa Società), figlia di importanti risultati sportivi intermedi purtroppo non coronati dall’obbiettivo finale.

E’ figlia in conclusione di una grande illusione e di una cocente delusione per il mancato raggiungimento della LEGA PRO, ma quel che è peggio – mi spiace constatarlo – e’ una figlia alla quale non viene più data fiducia. E’ una figlia che non può permettersi una sconfitta (anche se immeritata) o un pareggio casalingo incolore o una vittoria di misura, senza fischi e improperi e senza che ne vengano messe in discussione per intero le fondamenta: la capacità gestionale della società, la capacità della guida tecnica, la capacità del mister, etc.

ANDIAMO AI NUMERI

Alla 5 giornata di campionato l’AKRAGAS ha realizzato 10 punti ed è seconda in classifica a soli 3 punti dalla prima. Ha realizzato un punto in più della passata stagione ed un distacco dalla prima dimezzato rispetto all’anno scorso.

Il reparto difensivo e’ già un punto di forza avendo subito solo 3 reti a fronte delle 6 del campionato scorso. Questi numeri sono li’, inconfutabili, eppure non sembra, la dimensione, la forza e la continuità delle critiche piovute sulla società e su Mr. Betta farebbero pensare altro.

Certo l’AKRAGAS non ha convinto, il gioco che Betta predica stenta a venir fuori e la squadra fa fatica a dare continuità e incisività alla fase d’attacco, non è certo come nella passata stagione, ma altrettanto certamente vanno riconosciute delle attenuanti e delle ragioni che possono spiegare lo stato di cose e che ci lasciano fiduciosi nel superamento del momento critico che stiamo attraversando.

L’AKRAGAS della prima di campionato ha espugnato Agropoli con una prestazione esemplare. Nulla da dire.
Per la seconda gara, in casa con la Gioiese, non si è vista un’Akragas brillante ma va detto che dopo 20 minuti la squadra era in inferiorità numerica e che dopo tanto attaccare abbiamo meritatamente vinto. Il portiere della Gioiese migliore in campo.

Poi l’infortunio di Leonforte: una traversa quasi goal battezzata goal dall’arbitro, un pasticcio difensivo culminato nell’errore del portiere Lo Monaco (giocatore classe ’96 di grande talento, di sicuro avvenire che Rigoli ha fortemente voluto all’Akragas) infine un goal annullato, hanno determinato il risultato finale della partita.

Ed eccoci al 29 settembre ed al 6 ottobre. Pareggio stentato ed incolore con il Comprensorio Montalto e vittoria di misura con il Due Torri che l’anno scorso venne a pareggiare 2-2 all’Esseneto.
Ciò detto, però, e’ vero che questa Akragas non ha ancora espresso un gioco riconoscibile, non ci ha ancora fatto vedere (al netto della prima partita e di brevi tratti della terza e quinta) la propria identità ed il proprio carattere.
Il gioco a mio modesto avviso e’ l’alchimia del pallone, e’ il risultato di tante, troppe variabili per attribuirne il merito o il demerito esclusivamente all’allenatore che si’, svolge un ruolo primario e determinante ma che ha bisogno di tempo, disponibilità, lavoro, fiducia e vicinanza da parte di tutti.

Si è scelto Mr. Betta per le sue doti personali e professionali ma anche perché si è voluto dare centralità alla Società alla sua organizzazione ed alla sua continuità e Betta e’ sembrato essere l’allenatore giusto per questo. Sono sicuro che il gioco arriverà quando tutti noi squadra, tecnici, dirigenti e società sentiremo forte la vicinanza e la fiducia verso questo progetto. Quella fiducia incondizionata ma non illimitata nel tempo, che oggi chiedo a tutti voi AKRAGANTINI.

Alla curva vada il mio invito a riprendere i cori, alla tribuna l’invito ad applaudire anche davanti a qualche brutta prestazione, alla città l’invito a non alimentare il panico del non gioco, ai giornalisti l’invito a valutare con occhio critico ma positivo e non catastrofista le prestazioni della squadra. Se verrà ristabilito un clima sereno e di fiducia attorno alla squadra se agli errori dei giocatori risponderemo con un incoraggiamento e non con i fischi, se ad ogni difficoltà faremo fronte insieme a tutti voi, giornalisti compresi (fatti salvi i diritti di critica e di cronaca) sono certo che anche quest’anno vedremo una grande AKRAGAS e magari porteremo a casa la vittoria. A fronte di questo invito una garanzia.

Se mai dovessimo appurare che le scelte della società non si sono dimostrate proficue questa interverrà rimettendosi in discussione e come sempre ha fatto rimuovendo le cause delle difficoltà della squadra con un unico obiettivo: consolidare l’Azienda Akragas e vincere il campionato. Grazie e Forza Gigante. “

Il direttore generale della SS Akragas Giovanni Amico

L’articolo Akragas, lettera aperta del dg Giovanni Amico sembra essere il primo su AgrigentoSport.com.