L’impianto di compostaggio di Joppolo Giancaxio, in provincia di Agrigento, continua ad arrecare disturbi olfattivi che non possono più essere tollerati dalla gente, esasperata dai miasmi che quotidianamente, a qualsiasi orario, ammorbano l’aria, costringendo chi ha la sfortuna di risiedere nelle vicinanze a barricarsi nelle proprie abitazioni, quando non addirittura ad abbandonarle.

Sulla questione interviene Claudia Casa, direttore regionale di Legambiente Sicilia: “Il dato di fatto che alimenta i nostri dubbi sulla correttezza dell’operato gestionale dell’impianto  e su cui si fondano le proteste più che legittime dei cittadini è rappresentato dalla persistenza degli odori nauseabondi per tutto il giorno e dal raggio di diffusione sempre più ampio raggiunto dagli stessi. Le segnalazioni che continuamente raccogliamo e le verifiche che personalmente abbiamo effettuato confermano che la puzza riconducibile all’attività svolta da questo impianto è percepibile in un raggio di parecchi chilometri, che abbraccia le zone industriali di Aragona, Favara ed Agrigento e rende conseguentemente irrespirabile anche l’aria circostante l’ospedale San Giovanni di Dio. Ribadiamo, in questa sede, di essere assolutamente favorevoli alla realizzazione ed alla messa in funzione dell’impiantistica che necessita per creare finalmente, anche in Sicilia, anche in provincia di Agrigento, il ciclo virtuoso dei rifiuti fondato sul recupero ed il riutilizzo delle materie. E sappiamo che in questo ciclo virtuoso l’industria del compostaggio è di basilare importanza, soprattutto per diminuire il peso dei rifiuti da conferire in discarica.  Ma poiché è noto che gli impianti di compostaggio emettono odori molesti viene prescritto che la loro attività si svolga in luoghi chiusi e con obbligo di convogliamento delle emissioni ad un sistema di contenimento che è costituito fondamentalmente da biofiltri.

Visti i risultati nulli in termini di contenimento del disturbo olfattivo è assolutamente lecito chiedersi cosa avvenga realmente durante le fasi di lavorazioni poste in essere giornalmente dall’azienda, se il sistema di contenimento è adeguato al processo industriale in sé e soprattutto ai quantitativi ed alla qualità dei rifiuti che l’impianto recepisce. Ed ancora, se questo sistema di contenimento, che è fortemente energivoro, viene realmente messo in funzione tutte le volte che è necessario o se la gestione gioca a risparmiare.

A tutte queste domande occorre che a dare risposta non siano le semplici rassicurazioni provenienti dai titolari dell’impianto, che dichiarano ad ogni piè sospinto di avere tutte le carte in regola e di avere adottato tutte le precauzioni del caso, smentiti però dai fatti. Le risposte devono darle le istituzioni e gli organi preposti che sono il Primo Cittadino di Joppolo Giancaxio, l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e quindi l’ARPA, come pure l’ASP di Agrigento e l’Ufficio Ambiente dell’ex provincia regionale. In questo senso i cittadini di Joppolo Giancaxio, con particolare riferimento ai residenti delle contrade Realturco e Manicalunga, pretendono che ci si attivi per garantire agli stessi quelle condizioni di vivibilità che l’impianto di compostaggio ha pregiudicato praticamente del tutto. Ed in questo senso, in mancanza di queste doverose risposte e soprattutto della ricerca di una soluzione definitiva del problema, faremo ricorso al Prefetto chiedendo un suo opportuno intervento