La tregua è finita. Raggiunta la salvezza, la spaccatura all’interno della società Akragas è emersa con tutta la sua forza e gravità.

Quella “pax di facciata” voluta dai massimi dirigenti del club dopo le esternazioni affidate da Giavarini a Facebook prima di Natale, si è volatilizzata.

Adesso è tutto molto più chiaro, la dirigenza è nettamente divisa: da una parte ci sono (o ci sarebbero) Tirri, Giavarini e – come sembra trapelare dalle dichiarazioni dell’AD – anche Alessi. Dall’altra i soci di “minoranza”.

Dopo le pesanti dichiarazioni rese da Tirri nel corso della conferenza stampa tenuta giovedì mattina allo Stadio Esseneto, ipotizzare una continuità nella gestione societaria è pura utopia.

Il dirigente licatese, oltre a rammaricarsi per gli insulti che un gruppo sparuto di tifosi gli ha rivolto nel corso della stagione, ha accusato La Mantia, Lupo, Nobile e Caponnetto, di non aver adempiuto agli obblighi connessi con l’aumento di capitale.

La “minoranza” si dice totalmente all’oscuro di riunioni o assemblee di soci, e attende che questa assemblea venga fissata.

La difficoltà è avvertita chiaramente anche dai tifosi che temono per il futuro.

Quali scenari potrebbero concretizzarsi? Le opzioni possibili, sembrano essere soltanto due: la prima, quella probabilmente auspicata da Tirri, prevede l’acquisto di tutte le quote da parte di Giavarini. In questo modo, nessuno potrebbe mettere “becco” su nulla: tecnico, staff e calciatori, sarebbero scelti da Tirri senza nessuna “interferenza”.

La seconda potrebbe essere clamorosa: l’arrivo di una cordata di imprenditori (provenienti dalla Svizzera o da altrove, visto il recente scoop dei colleghi de “La Sicilia” che Tirri ha smentito con una dichiarazione simile a quella di Mourinho a proposito di Lo Monaco “Di Svizzero… conosco solo il formaggio l’emmentaler dop è buonissimo……”) a rilevare le quote di Giavarini.

Impossibile? Mai dire mai.