Dopo due giorni di riposo, l’Akragas riprende la preparazione in vista dell’ultima giornata di campionato.

Allo stadio Esseneto, sabato sarà festa. Arriva il Benevento, promossa in Serie B mentre i biancazzurri potranno festeggiare la salvezza ottenuta con una giornata d’anticipo.

Non era facile ipotizzare un epilogo simile, soprattutto ad inizio gennaio. Poi, l’arrivo di Pino Rigoli, ha dato la scossa giusta a tutto l’ambiente. Successo dopo successo, l’Akragas, nonostante i 5 punti di penalizzazione, il prossimo anno disputerà un nuovo campionato di Lega Pro.

Un successo che l’allenatore, appena eletto “Miglior allenatore dell’Anno” per la Lega Pro, attribuisce a tutto il gruppo: “Dal mio arrivo, con lo staff, ci siamo posti degli obiettivi –ha detto Rigoli incontrando i giornalisti -. Abbiamo lavorato su alcune priorità e siamo andati avanti. Ma tutto questo è stato possibile grazie ai ragazzi che hanno recepito in modo istantaneo ciò che volevo. Non potevo chiedere di fare il “Barcellona” dopo pochi giorni, dovevamo pensare alla concretezza e alla poesia.

In questo “successo”, che sembrava impensabile, nessuno credeva che l’Akragas si potesse salvare senza fare i play out, tutti hanno fatto un gran lavoro e contribuito all’obiettivo che abbiamo raggiunto”.

Nessuno ci ha mai regalato nulla – ha proseguito Rigoli – e questo non può che valorizzare ancor di più quello che abbiamo fatto.  E’ giusto che quando si affrontano due squadre, nessuno regali nulla, non ci sarebbe il gusto di partecipare ad una competizione. Noi che viviamo di questo lavoro, sappiamo che è cosi e mi auguro che sia sempre così. Le partite vanno giocate, come hanno fatto il Melfi e Messina. Vado fiero dei miei ragazzi per come hanno affrontato la partita, siamo entrati in campo consapevoli solo delle nostre forze. Per questo ho chiesto che il popolo akragantino dia merito a questi giocatori”.

IL PREMIO

“Il premio – ha dichiarato il mister – voglio condividerlo con chi mi ha dato la possibilità di fare questo percorso, partendo da gennaio, e primi fra tutti i miei giocatori che hanno fatto questi risultati.

Una dedica particolare voglio farla a mio padre, che mi ha lasciato dei valori che non sono stimabili, e ancora ai figli, alla mia compagna”.

LEGROTTAGLIE

Rigoli ha poi parlato di chi l’ha preceduto: “Ho chiamato Legrottaglie più volte, non mi ha risposto, forse non ha il mio numero: l’ho chiamato perché volevo ringraziarlo. All’inizio abbiamo avuto un confronto, mi ha lasciato un gruppo che mi ha dato grande disponibilità e questo è merito suo. Sono giocatori che ha scelto e portato lui e sono loro che hanno dato grande prova di professionalità. Anzi, giocatori come Capuano, Maurantonio, sono stati loro a dare l’esempio di come affrontare il campionato dopo il cambio dell’allenatore. L’ho chiamato perché volevo invitarlo all’Esseneto sabato o comunque in occasione di una serata da organizzare con la squadra,è  una cosa di cui ho parlato con la società, spero che accetti l’invito, mi farebbe molto piacere”.

LA PARTITA DELLA SVOLTA

“La vittoria più importante – ha detto Rigoli rispondendo alle domande dei giornalisti – è stata quella di Monopoli, l’abbiamo strappata con i denti, abbiamo messo in campo anche quello che non avevamo. Quella della svolta è stata quella con il Catania. Sono quelle che hanno segnato il percorso. Gli acquisti sono stati importanti, ma lo sono stati anche i giocatori che c’erano già. Il merito è del gruppo che c’era già prima del mercato di riparazione”.

LA CARRIERA

“Sono un ambizioso, non so se questo è il momento più alto della mia carriera. Sono felice perché abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati.

Credo che uno sia felice quando raggiunge i suoi obiettivi. Il successo è merito di tutti, principalmente la società e la squadra. Sono i giocatori che ci hanno portato a questi risultati” ha concluso Rigoli.