Dal cyber-ozio con overdose di Internet in ufficio agli incidenti sul lavoro, ecco cosa dicono i ricercatori

(AdnKronos Salute) – Pronti a passare all’ora legale. Alle 02,00 del 29 marzo, l’ultima domenica del mese, le lancette dell’orologio dovranno avanzare di un’ora, comportando meno sonno, ma più luce. Un cambio di lancette che può provocare fino a 5 rischi per le persone. Tra le preoccupazioni più comuni è la possibilità di incremento degli incidenti stradali, l’aumento di infortuni sul lavoro, il cyber-ozio – un’overdose di navigazione su Internet nelle ore di lavoro – oltre a ricadute sulla salute, come il rischio di maggiori attacchi di cuore e un aumento di cefalea a grappolo. Ma non tutte queste ipotesi trovano d’accordo i ricercatori.

Una delle più controverse è l’incremento degli incidenti stradali che, secondo alcuni, potrebbe essere provocato dall’abbassamento del livello di attenzione conseguente a microrisvegli e alterazione dei ritmi circadiani, ipotesi però non sempre confermata. Uno studio del 2010 sul ‘Journal of Environmental Public Health’, dopo aver analizzato, nel periodo di cambio d’ora, il numero di incidenti stradali in Finlandia dal 1981 al 2006, non ha rilevato incrementi di incidentalità. Osservazione confermata anche da una ricerca sempre del 2010 pubblicata sul ‘Journal of Safety Research’: non ci sono stati più incidenti stradali, anche grazie alla maggiore visibilità al mattino dovuta a più luce solare.

Riguardo gli infortuni sul lavoro, dipende dal tipo di attività che si svolge. Nel 2009 il ‘Journal of Applied Psychology’ ha pubblicato uno studio che verificava come molti minatori erano arrivati ​​al lavoro con 40 minuti in meno di sonno, con il conseguente incremento del 5,7% di lesioni nella settimana successiva il passaggio d’orario. E il cyber-ozio? Se un impiegato naviga oziosamente in Rete nei primi giorni successivi il passaggio dell’ora non provoca grandi danni, ma il suo abbassamento di concentrazione può certo dare problemi alle casse dell’impresa. Ad affrontare il tema è stato uno studio del 2012 sul ‘Journal of Applied Psychology’, in cui i ricercatori hanno verificato l’incidenza di ‘cyberloafing’ mentre si lavora, significativamente aumentata in più di 200 regioni metropolitane statunitensi durante il primo lunedì dopo l’ora legale in primavera. Molti, infine, gli studi che rilevano incrementi di problemi cardiaci o di cefalee a grappolo nei giorni successivi l’arrivo dell’ora legale.

E se rischi ci sono davvero, non lasceranno indenni nemmeno i cittadini dell’Ue. Nei paesi dell’Unione europea, infatti, l’ora legale inizia sempre l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. Alle stesse convenzioni si attiene la Svizzera. Ma niente paura per i cittadini digitali: tutti i dispositivi, come smartphone, computer o tablet, cambieranno l’ora in automatico.

Ma perché esiste l’ora legale? Obiettivo del cambio di lancette è il risparmio energetico per il minore consumo di illuminazione elettrica. Solo per lo scorso anno, Terna aveva stimato che, durante il periodo di ora legale partito nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2014, nei successivi 7 mesi si otteneva un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora. Una quantità di energia corrispondente al fabbisogno annuo medio di circa 200 mila famiglie.

A lanciare per la prima volta l’idea di un cambio di passo delle lancette dell’orologio per risparmiare energia fu nel 1784 Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, che pubblicò in quell’anno una proposta di cambio d’ora sul quotidiano francese ‘Journal de Paris’. Le sue riflessioni poggiavano appunto sull’idea di risparmiare energia, ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, la proposta venne ripresa dal costruttore inglese William Willett e questa volta trovò terreno fertile, nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale. Tanto che nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libra al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti Paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale in quanto la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un’ora.

Nell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da Stato a Stato, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale è scarsamente usata e in Russia dal 2011 è stata abolita l’ora solare.