Con una nota spedita ieri, il Presidente del Consiglio comunale, Saverio Platamone, ha chiesto l’autorevole intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la positiva e celere soluzione di due grosse problematiche che in atto attanagliano la città di Licata: la programmata chiusura del punto nascite dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso, e la messa in sicurezza delle strade di collegamento con i comuni costieri e con quelli interni dell’hinterland.

Dopo avere richiamato la triste storia dell’angioletto Nicole che, nel timore di un commissariamento da parte del Ministero alla Salute, ha indotto la Regione Siciliana ad avviare le procedure di chiusura dei punti nascite che non hanno raggiunto i 500 parti annui, piuttosto che programmare la messa in sicurezza delle reti ospedaliere ed arrivare al riordino dei punti nascita, tra cui quello di Licata, Platamone, sottolinea come che “il punto nascita licatese riesce a fornire prestazioni ostetriche di buona qualità; negli ultimi dieci anni infatti la mortalità e la morbilità materne e fetali sono state assolutamente in linea con la migliore sanità italiana”.
Ed ancora il presidente del civico consesso informa il Capo dello Stato sul fatto che “delle prestazioni del nosocomio Licatese si avvalgono le gestanti del Comune di Palma di Montechiaro (Comune che afferisce per prestazioni sanitarie all’Ospedale di Licata) e degli altri Comuni limitrofi, quindi è oltremodo evidente che ci sono tutte le condizioni, non solo per scongiurarne la chiusura, ma per incrementare un reparto che ha le potenzialità per diventare uno dei principali punti nascite della provincia di Agrigento.

Nel 2014 i nuovi nati a Licata sono stati 416 ed è quindi evidente che in considerazione del calo demografico il trend è assolutamente positivo.
Ed alla luce delle suddette considerazioni, Platamone si pone alcuni quesiti quali:
i punti nascita di Agrigento e Canicattì riuscirebbero a sopportare un incremento di circa 500 parti annui e garantire prestazioni ottimali alle puerpere ed ai nascituri?
• in caso di emergenza con necessità di trasporto in ambulanza verso altri presidi ospedalieri non si metterebbero a serio rischio le mamme ed i nascituri?
• il rischio clinico a fronte di un piccolo risparmio economico sarebbe giustificabile?
• cosa vale di più, il risparmio di qualche migliaio di euro o il salvare anche solo una piccola vita umana? ,
per i quali si hanno già le risposte, ed è certo che chi di competenza l’avrà pure e magari non si è solo soffermato a pensare.
La seconda problematica, inevitabilmente legata alla prima, posta all’attenzione del Presidente Mattarella, è quella relativa ai collegamenti tra Licata e gli ospedali di Gela e Canicattì, strade sulle quali nel corso degli ultimi tempi sono accaduti diversi eventi funesti, causando anche la morte di giovani automobilisti (gli ultimi due il 16 febbraio scorso sulla Licata – Gela), e che per mera fortuna, non ne ha causate diverse altre

“Come sicuramente saprà, l’arteria in questione è l’unica (il riferimento è alla statale 626) decente che consente ai cittadini dell’entroterra (Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa ed ecc…) di raggiungere il mare e la Città di Licata.
È quasi superfluo sottolineare il grave danno che subirà, in un contesto economico regionale già di per sè drammatico, la Città di Licata che vive anche e principalmente di turismo soprattutto durante i mesi estivi che permettono, a chi lavora nel settore, la sopravvivenza per l’intero anno.
L’aspetto economico è, comunque, solo una parte del problema considerando che quello legato alla sanità ed alla salute dei cittadini non può e non deve essere sottovalutato. Oggi il piano di riordino del sistema sanitario regionale, che prevede gli ospedali riuniti di Canicattì e Licata con l’ottica di una armonizzazione delle risorse e di un miglioramento dei servizi, alla luce di quanto accaduto, necessita di una rivisitazione e rimodulazione, considerando che i tempi di ripristino, presumibilmente, saranno molto lunghi e quindi ben oltre la validità di qualsivoglia programmazione.

Allo stato attuale, infatti, è impensabile che un’ambulanza possa raggiungere da Licata l’ospedale di Canicattì per prestazioni non eseguibili nel nosocomio licatese, e viceversa, sia per i lunghi tempi di percorrenza e principalmente per la scarsa qualità dell’arteria stradale alternativa da percorrere.
Ed è anche in questo contesto – prosegue Platamone – che occorrerebbe rivalutare e rivedere la situazione del punto nascite che, per mia convinzione, per altro già tante volte manifestata a tutti i livelli istituzionali regionali e nazionali, dovrebbe rimanere attivo e potenziato anziché, a causa di decisioni assolutamente non condivise, essere destinato alla chiusura non considerando che i suddetti problemi viari non consentirebbero di raggiungere in totale sicurezza l’ospedale di Canicattì mettendo seriamente a rischio la salute delle puerpere e dei nascituri e vanificando l’obbiettivo primario delle reti STAM e STEN ossia la sicurezza delle mamme e dei neonati.

Infatti, se la Agrigento – Gela, nella sua interezza, non è il massimo del confort c’è un tratto della stessa, Torre di Gaffe – Gela che, senza possibilità di smentita, richiama più propriamente al concetto di “Regia Trazzera” che a quello di “Strada Statale”: Stretta, piena di tornanti e curve e che, nel periodo invernale, diventa una piscina di fango dove è impossibile individuare la già carente segnaletica orizzontale. E’ da decenni, ritengo, che non vi si effettui alcun incisivo intervento migliorativo e che la manutenzione sia limitata al riempimento di qualche buca o alla posa di qualche centimetro di asfalto.
Sig. Presidente, mi chiedo: quanti lutti devono ancora contare le Città di Licata, Palma di Montechiaro, Gela e Butera per avere delle strade percorribili, non dico a livello di standard qualitativi europei, ma almeno a quello che garantisca un minimo di sicurezza?
Sig. Presidente in questo contesto, che garanzia può avere una partoriente di mettere alla luce il proprio figlio in assoluta sicurezza?”.

Nel concludere, Platamone, informa il presidente della Repubblica sul fatto che iunsieme ai Presidenti dei Consigli Comunali di Gela, Palma e Butera ed ai rispettivi Consigli comunali approveremo a breve una delibera di denuncia per dire basta alla manifesta inerzia di chi ha il compito di affrontare e definitivamente rimediare a quella che considera un gravissimo pericolo per la pubblica incolumità dei nostri Cittadini e di tutti coloro che occasionalmente si trovino a transitare lungo le nostre strade statali, e non smettendo di sperare “mi rivolgo a Lei che con la Sua autorevolezza possa richiamare le Istituzioni competenti affinchè attivino ogni possibile iniziativa atta a garantire il diritto alla vita”.