“Si sono ulteriormente aggravate rispetto alla nostra ultima denuncia le condizioni delle opere dell’artista siciliano Giacomo Serpotta conservate nella Chiesa di Santo Spirito ad Agrigento.
Le autorità a cui compete la salvaguardia di tali opere d’arte nella città di Agrigento non hanno nemmeno istituito il tavolo tecnico che avevano promesso di organizzare per adottare le misure necessarie per fermare adeguatamente l’umidità ascendente che sta corrodendo gli stucchi seicenteschi.
Dal governo, a cui per primo spetta la tutela di un’opera considerata tra i migliori esemplari del barocco siciliano, alla sovrintendenza, dal Comune, alla Curia diocesana nessun interesse viene chiaramente manifestato verso la cura e la salvezza di questa testimonianza culturale unica nel nostro territorio.
Si sostiene che i fondi mancano, ma nessuno sforzo si fa per individuare possibili risorse. Segno di totale insensibilità verso tale impresa.
Chiedo che al più presto si esprima un parere tecnico ufficiale sulle condizioni dei quadroni seicenteschi del Serpotta nella Chiesa di Santo Spirito, si istituisca il tavolo tecnico promesso, individuando le risorse necessarie per restaurare quanto è ancora possibile salvare.
Il mondo culturale agrigentino penso sia davvero indignato verso autorità locali costituite da soggetti di certo anche ben pagati, ma che non stanno dando prova in questa circostanza di autentico amore per l’arte e la cultura.
La popolazione e la storia li giudicheranno severamente, se dovessero andare perdute le splendide opere del Serpotta ad Agrigento, come è andata perduta la bella facciata seicentesca della Chiesa di santa Rosalia, perdutasi per la deplorevole incuria delle cosiddette autorità competenti di cinquant’anni fa.
Mentre auspichiamo che anche in altre sedi si valuti se chi ha competenza verso tale patrimonio artistico stia facendo tutto il suo dovere, chiediamo alle associazioni culturali agrigentine, ai professionisti e a tutti coloro che hanno a cuore la storia e la cultura di far sentire la propria voce per salvare le opere del Serpotta”.
Lo dichiara il giornalista Elio Di Bella, attivista del Movimento 5 Selle di Agrigento