Il 1° dicembre le federazioni CISL FP, la CISL della Scuola e tutto il Lavoro Pubblico hanno aderito allo sciopero, indetto dalle rispettive Segreterie Nazionali CISL, per l’intera giornata, in continuità con la mobilitazione e gli obiettivi lanciati nella grande manifestazione dell’8 novembre a Roma, “per chiedere al Governo scelte politiche chiare e credibili per dare valore al lavoro nella scuola e nei pubblici servizi – dichiara Rosanna La Placa, segretaria Generale della Cisl Scuola Agrigento Caltanissetta Enna e neo segretaria regionale della CISL Sicilia. Con il nostro sciopero riaffermiamo con coerenza la centralità delle rivendicazioni della categoria cui si nega il rinnovo del contratto da oltre 6 anni, unico strumento di tutela retributiva e normativa, la salvaguardia degli scatti di anzianità e l’apertura di un confronto vero per chiedere cambiamenti alle proposte del piano Buona Scuola in gran parte inaccettabili”.
“Oltre a chiedere il rinnovo del contratto, i lavoratori denunciano l’inefficienza organizzativa della pubblica amministrazione e gli sprechi nella gestione affiancati a tagli senza criterio. – afferma il Segretario generale della CISL Funzione Pubblica, Gianfranco Di Maria-. Vogliamo una pubblica amministrazione efficiente e di qualità per i cittadini ma anche per chi nel settore pubblico lavora. La macchina pubblica va riformata a fondo, ma per farlo servono politiche serie, non bastano gli annunci e gli spot del Governo”.
I sindacalisti concludono con l’invito a tutto il personale della scuola e del pubblico impiego a scioperare per rivendicare obiettivi concreti legati al rinnovo del contratto e non altre iniziative con obiettivi politici e generici, partecipando al presidio che si terrà ad Agrigento davanti il palazzo della Prefettura dalle ore 9,30 alle ore 11,30 , una mobilitazione di tutti i lavoratori che incontreranno i cittadini e consegneranno al Prefetto un documento che rimette al centro dell’attenzione i problemi irrisolti che scuola e pubbliche amministrazioni affrontano ogni giorno con le sole forze dei lavoratori nel totale disinteresse del governo.