Paolo Ferrara, già vicepresidente dell’ex Provincia Regionale di Agrigento, è il neo portavoce provinciale del Patto dei Democratici per le Riforme di Agrigento. La nomina è avvenuta ieri sera, nel corso di un’affollatissima riunione, svolta in una nota struttura cittadina, alla presenza del portavoce regionale del partito, l’on. Michele Cimino e di sindaci e rappresentanti politici di molti comuni della provincia.
“Ringrazio l’on. Cimino e l’assemblea per l’importante e prestigioso incarico conferitomi – ha dichiarato il neo portavoce, Paolo Ferrara – Il coordinamento si muoverà affiancando Voce Siciliana, in un momento in cui il partito sta pianificando un nuovo organigramma sul territorio della provincia,creando riferimenti in ogni settore sociale, dalla sanità alla pubblica istruzione, dalla formazione ai beni culturali, espressione dei bisogni del territorio. Un progetto che suscita grande entusiasmo, finalizzato a trovare un unico riferimento, per tutelare in primis, i comuni di Agrigento, Ribera e Licata, prossimi al voto e costruire le alleanze giuste per realizzare una lista di candidati al consiglio comunale. Condividiamo la volontà espressa dal segretario provinciale del PD, Zambito, nel puntare su candidati sindaci, espressi dalle primarie, che rappresenteranno la forma più democratica per offrire ai cittadini aspiranti forti ed autorevoli, pertanto anche il PDR,
esprimerà i propri candidati”.
Nel corso della riunione, l’Avv.Willy Giacalone, è stato nominato coordinatore della città di Agrigento.
Soddisfatto della riunione e dei consensi espressi dai rappresentanti politici per la nuova sfida, il portavoce regionale del PDR, l’on. Michele Cimino ha dichiarato: “Entusiasmante questa nuova sfida di un movimento politico che vuole attenzionare le riforme del governo Renzi, cercando di tutelare al massimo gli interessi dei siciliani, oggi sempre più bistrattati da una politica non attenta alle emergenze del territorio. Fiducioso che, con le primarie si
possa costruire una nuova classe dirigente, non figlia delle segreterie politiche, ma dei cittadini”.