Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di Paolo Licata, presidente del “Club per l’Unesco – Agrigento”, che pone l’attenzione sullo stato in cui versa la “Porta di mare” di Agrigento.

Da diversi mesi è stato lanciato l’appello per le pessime condizioni statiche in cui versa la porzione ancora intatta di mura medievali di epoca chiaramontana denominata “Porta di mare” ad Agrigento.
Un “malato” che continua a peggiorare e minaccia di rovinare giù definitivamente. Ad oggi, in concreto, non sono state adottate misure provvisionali per mettere in sicurezza la bella struttura monumentale, non risulta siano state recuperate somme per programmare un progetto di consolidamento e restauro, non è stato adottato alcun monitoraggio con spie e strumentazione moderna ed idonea. La porta di mare è un tratto del nostro passato storico che continua a fungere da muro di contenimento di una grande quantità di terra che incautamente, nel recente passato, è servita a colmare lo spazio interno alla cinta muraria per realizzare un sovrastante giardino pubblico comunale, oggi rovinato, in stato di abbandono e ridotto ad un covo di rovi.

La situazione statica della porta di mare e del bastione di cui è parte, nell’ultimo mese è peggiorata e alla continua perdita di pezzi (come ad esempio il crollo della base e della sommità del cantonale sud in pietra calcarea, il crollo di una porzione centrale del prospetto est, il dissesto dei muri posti in sommità, ecc.) si sta aggiungendo la spinta del muro di sostegno in pietra della via Pietro Nenni che si allontana sempre di più dal marciapiedi e continua ad abbassarsi di quota, verso la sottostante porta di mare.

Il club di Agrigento membro della FICLU (Federazione italiana dei Club e Centri Unesco) CHIEDE a tutte le autorità competenti di volersi occupare con urgenza di tale problematica, di voler adottare tutte le misure CONCRETE perché questa parte importante della storia della nostra città non si perda, rovinando pericolosamente sulla sottostante sede ferroviaria e sulle abitazioni poste a valle.

Paolo Licata

Presidente club per l’Unesco Agrigento