Caro Marco (Zambuto),
oggi l’Italia ha un nuovo premier. E’ il tuo amico e compagno Matteo Renzi, alla cui corrente politica tu hai aderito già da qualche mese. E’ un rottamatore, come lo sei stato tu.
Come direbbe qualcuno: “Oggi è un grande giorno per Agrigento e per gli agrigentini”, perché finalmente, tutti noi abbiamo la certezza che a breve la nostra città non sarà più l’ultima d’Italia. Inizierà la riscossa.
Quanti litri di inchiostro sono andati perduti in questi sette anni di tua sindacatura. Tante volte hai scritto lettere ai vari presidenti del consiglio, governatori regionali, assessori regionali, ministri, deputati, onorevoli e senatori. Tutte cestinate. Nessuno ha voluto saperne dei problemi di Agrigento.
Ma oggi, il giorno della riscossa è arrivato. Basteranno pochissime righe, in quella che speriamo sia l’ultima lettera che scrivi per chiedere aiuto. Stavolta il tuo amico Renzi ti ascolterà.
Scrivigli dei problemi delle strade agrigentine, asfaltate l’ultima volta in occasione della visita di Giovanni Paolo II, nel lontanissimo 1993; scrivigli dei quartieri abbandonati, dove le erbacce sovrastano i marciapiedi; scrivigli del mare di San Leone, diventato un grande depuratore naturale con le fogne che esplodono ad ogni pioggia.
Scrivigli della Via Atenea, quella che una volta era “il salotto della città”: oggi è una trappola per i pedoni. I sampietrini sono divelti in molti punti, e creano problemi alle caviglie degli agrigentini che poi fanno causa al Comune.
Scrivigli delle strutture sportive in città: tutte ormai fatiscenti, con le società obbligate ad emigrare nei comuni vicini. Alcuni interventi al Palanicosia sono stati avviati solo due giorni fa, ma tu raccontagli del nuovo palazzetto dello sport, e di come, dopo 20 anni di abbandono, siano ripresi i lavori ma si sia potuta realizzare soltanto la copertura che oggi, tra l’altro, è da rifare.
Parlagli dell’Akragas, di questa società rinata dopo 18 anni di fallimenti, che sta facendo sognare i suoi tifosi (a proposito, ma tu non vieni allo stadio?) ma che gioca in un campo di patate senza illuminazione, senza tribuna stampa e che nonostante tutto vorrebbe fare un salto di qualità.
Scrivigli: digli che ad Agrigento la Tares è carissima, così come l’acqua. Digli che l’IMU è al 6 per mille.
Digli che malgrado le tasse pagate dagli agrigentini, quest’anno, il Comune di Agrigento ha potuto noleggiare solo un misero alberello di Natale (sponsorizzato) ed ha potuto pagare appena 3.050,00 euro.
Digli che sei stato scelto dal 70% degli agrigentini (che sono andati a votare, meno della metà rispetto agli aventi diritto… ma come mai così pochi?).
Scrivi Marco, scrivi! Metti qualcos’altro che io sicuramente sto dimenticando. Matteo ti ascolterà.
Ma se neanche lui ti dovesse ascoltare, dove troveremo altri alibi?
Non preoccuparti, li cercheremo insieme.