Pubblichiamo, integralmente,  l’articolo del collega di Resport, Alessandro Mosca, sui risvolti del dopo gara di campionato, tra Cavese e Savoia

Il tecnico della Cavese Francesco Chietti

Il tecnico della Cavese Francesco Chietti

«Calcio panettone…al cinema? No, al Lamberti». È bastata una frase per scatenare il putiferio. Il day after di Cavese-Savoia nella città dei portici è amarissimo. L’incredibile rimonta degli oplontini ha fatto esplodere la contestazione dei supporter metelliani, attoniti di fronte a una delle rimonte più clamorose che la storia ricordi. Non è stato risparmiato nessuno. Piovono accuse all’arbitro Massimi di Termoli, al tecnico Chietti reo di non aver azzeccato i cambi, e agli stessi calciatori rei secondo alcuni di aver in qualche modo agevolato il compito della corazzata di Feola. Sulla pagina facebook della Cavese addirittura più di qualcuno ha addirittura asserito di «partita venduta». Parole dettate più dall’amarezza per un risultato rocambolesco che per reali sensazioni. Ma che, in ogni caso, hanno suscitato stupore nel clan metelliano. Ad alzare la voce è stato il socio e direttore generale della Cavese, Gianluigi Lippiello, che dopo esser rimasto in ombra, è intervenuto sul noto social in difesa della squadra.

«Intervengo per dire “vergogna”, allo stadio i giocatori piangevano, i dirigenti erano attoniti e anche gli stessi dirigenti del Savoia quasi non credevano al risultato, vergogna per chi possa anche solamente e lontanamente scrivere le cose che ho letto. Siamo una squadra che crede in questi colori , crede nel lavoro che si sta portando avanti , crede nei valori di un calcio che se fatto con i giusti tempi e programmazione può portare lontano – ha sottolineato Lippiello -. Abbiamo fatto 4 punti contro le prime della classe, molti non ci davano neanche un punto in queste due partite e oggi non solo leggo critiche, ma addirittura vere e proprie calunnie – ha concluso il dirigente metelliano -. Questo non è accettabile per chi lavora per questa società, per chi ogni domenica ci mette l’anima in campo, per chi urla e tifa in tribuna e in curva, per chi va ovunque a seguire la squadra, per chi ha investito in questi colori e per chi non accetta e non accetterà mai compromessi». 

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