Il Centro Culturale Pier Paolo Pasolini di Agrigento prosegue la propria attività espositiva nell’ambito della rassegna denominata ” A Occhi Aperti “, con una personale del fotografo Andrea Attardi intitolata Breviario Siciliano, in programma dal 15 febbraio al 15 marzo 2014 nella sede del Centro di Via Atenea, 123. La mostra propone una selezione di immagini in bianco nero prodotte fra il 1984 e il 2009 e confluite poi nel volume omonimo, edito da Postcart nel 2012. Delle più di sessanta foto che compongono il libro (insieme ai testi dello storico della fotografia Diego Mormorio e del critico d’arte Sergio Troisi) in mostra ne viene presentato un terzo: venti stampe, eseguite dal fotografo stesso.Il termine breviario suggerisce l’idea del compendio, del sommario, ma anche del manuale, della guida, capace di indirizzarci e istruirci. Ed è proprio attraverso la combinazione di questi due registri – la condensazione delle forme e l’ammaestramento dello sguardo, che si sviluppa il lavoro di Attardi. Nell’arco di venticinque anni, il fotografo romano ha attraversato l’isola con uno spirito che non è quello del reporter, pronto a registrare gli urti della vita sociale, né quello del vedutista- desideroso di congelare lo spettacolo della natura e della storia, Attardi segue piuttosto le orme di quei maestri della fotografia del Novecento per i quali l’immagine è l’esito di un reciproco riconoscimento, metodico quanto fatale, fra la forma del reale e quello dello sguardo. Il viaggio è dunque scoperta, incontro, rivelazione di una trama inedita di corpi luci spazi; ma è anche occasione di verifica e affinamento delle risorse percettive e creative del viaggiatore-fotografo.
“Come s’addice ai veri fotografi – scrive Diego Mormorio Andrea Attardi si muove come un raccoglitore di ombre – di voci originate nel farsi e disfarsi della luce: dell’impalpabile e della meraviglia originata dall’incontro della grandezza ribollente del Sole con l’impercettibile piccolezza di particelle di silicio e carbone che formano lo strato atmosferico che avvolge il nostro pianeta. La bellezza della fotografia – e di tutta la nostra esperienza di umani – risiede infatti esattamente qui: nell’intreccio inestricabile di immensità e piccolezza, tanto che possiamo dire che non ci sono cose irrisorie, ma soltanto realtà sostanziali. Che niente di ciò che ci circonda ha poco valore. Ci sono semmai cose che ci toccano di più – che sentiamo più intime. Fra esse i paesaggi in cui siamo cresciuti.” [..] Queste fotografie risultano di un’essenzialità straordinaria e di una capacità evocativa davvero rara. Di una leggerezza che – come nel caso dei raccoglitori di olive – diventa balletto, riportando alla mente una famosa frase di Paul Valery: L’instant engendre la forme, et la forme fait voir l’instant.” In occasione dell’inaugurazione mostra, sarà anche possibile scoprire il catalogo di Postcart, la casa editrice romana specializzata in fotografia.