L’apertura di un casinò in Sicilia, di cui uno addirittura ad Agrigento, potrebbe diventare realtà. Si sta discutendo infatti in questi giorni all’Assemblea regionale la proposta di legge di aprire almeno un casinò nella nostra regione, in deroga alla legge nazionale che vieta l’apertura di case da gioco.

Tutto è iniziato nel luglio 2013, quando per la prima volta è stata avanzata la proposta di riaprire il casinò di Taormina, che ha chiuso i battenti nell’ormai lontano 1965. Da allora non sono state aperte nuove sale da gioco in Italia e quindi la proposta fatta in regione quest’estate è in qualche modo coraggiosa. La speranza è quella che il nuovo casinò rappresenti una vera opportunità di creare nuovi posti di lavoro, sia direttamente legati alla sala da gioco, sia in ambito turistico, che sarebbe l’altro settore che beneficerebbe dell’apertura di un casinò, soprattutto in una località turistica come Taormina.

Tuttavia, alla proposta iniziale di aprire una sola sala da gioco, se ne sono affiancate altre, in primo luogo quella di Palermo. Da un solo locale siamo passati quindi a due e in poco tempo si è arrivati a sei: Ragusa, Cefalù, Marsala e persino Agrigento. Certo è che se un casinò in Sicilia potrebbe rappresentare una opportunità, addirittura sei sarebbero insostenibili e soprattutto difficilmente accettabili dal parlamento italiano. Se infatti la regione può fare una proposta di legge, questa deve essere approvata anche a Roma, visto che sarebbe in deroga ad una legge nazionale che consente la presenza sul territorio nazionale solo quattro sale da gioco: a Venezia, Sanremo, Saint-Vincent e Campione d’Italia, tutte collocate vicino ai confini nazionali, per evitare facili “migrazioni” di giocatori italiani in casinò esteri prossimi anch’essi ai nostri confini.

Ed è per questo, per rendere più accettabile la proposta dell’Assemblea regionale, alla fine il numero di casinò siciliani è stata ridotta a due: Taormina e Palermo, per cui la proposta di Agrigento è stata cassata. Se il sogno di Agrigento si è quindi spento, bisogna ricordare anche il tema della sostenibilità economica delle sale da gioco. Solo in questo 2013, dopo anni di crisi, i casinò italiani (o almeno tre di questi) hanno ripreso a fare utili, essendosi riposizionati sul mercato, rinnovando la loro offerta non piú in contrapposizione al settore giochi online, spesso considerato causa del declino dei casinó terresti, ma ospitando eventi internazionali di poker ai quali accedere grazie a tornei di qualificazione di texas holdem online.

Insomma, non è come un tempo, in cui era sufficiente aprire un casinò ed avere automaticamente giocatori e soprattutto utili. Occorrono professionalità avanzate ed una visione del mercato molto chiara, che prenda in considerazione trend ed eventi internazionali, come quelli legati al poker. In attesa quindi che la proposta di legge sia approvata dall’Assemblea regionale e poi convertita in legge in Parlamento, bisogna tenere presente che in questo difficile quadro economico occorrerà lavorare nel migliore dei modi per rendere economicamente profittevole un eventuale casinò in Sicilia.