A cura del Dott. Salvatore Baiamonte.

Il tumore alla prostata, una ghiandola sessuale maschile deputata a produrre sostanze che arricchiscono il liquido seminale, è la seconda causa di morte per neoplasie dopo il cancro ai polmoni. Questo tipo di tumore è uno dei più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta il 15% di tutti i tumori diagnosticati dall’uomo. L’antigene prostatico specifico (PSA) è prodotto dalle cellule sia normali che tumorali della ghiandola prostatica e si trova in piccole quantità anche nel sangue.

In soggetti sani i livelli di PSA nel sangue sono inferiori ai 4 ng/ml: l’aumentare dei valori di questo antigene non è legato specificamente allo sviluppo di un cancro alla prostata, ma questo aumenta anche per un’infezione alla ghiandola prostatica e ciò fa di esso un marcatore che presenta livelli di sensibilità e soprattutto di specificità non ottimali. In genere il livello di attenzione dei valori di PSA per il tumore alla prostata oscilla nel range da 4 a 10 ng/ml con un rischio di tumore del 25%, mentre se il PSA è superiore a 10 ng/ml il rischio sale sopra il 50%. Non sempre nei tumori alla prostata si riscontra l’antigene PSA alterato (circostanza talvolta dovuta anche all’uso di determinate sostanze).

Infatti si è dimostrato che in circa il 15% dei soggetti esaminati è stato diagnosticato il tumore con la biopsia, benché il livello di PSA fosse inferiore a 4 ng/ml. Numerosi studi confermano che la determinazione del livello di PSA non può essere utilizzato in maniera indiscriminata quale strumento di screening di medicina sociale di tipo generalizzato come ad esempio l’uso della mammografia. D’altro canto, alcuni anni fà ho letto un articolo scientifico sulla rivista più prestigiosa al mondo (Nature) dove si parlava di particolari metaboliti riscontrati nell’urina nei pazienti affetti di carcinoma prostatico. L’esame approfondito di una serie di articoli su altre pubblicazioni scientifiche prestigiose mi ha fatto concentrare l’attenzione su un determinato numero di metaboliti e di questi ho scelto la molecola C3H5O2N che risulta essere la più rappresentativa nel tumore alla prostata.

Il metodo diagnostico da me utilizzato utilizza un particolare accoppiamento molecolare che mi permette di creare un complesso (C3H5O2N-molecola accoppiante) che può essere isolato tramite separazione molecolare e quindi rilevato con determinate apparecchiature scientifiche. La concentrazione di sensibilità attualmente è in microgrammi ma i migliori istituti di ricerca mi confermano che già con questa concentrazione la molecola C3H5O2N “lavora” un anno prima rispetto alla PSA. Questo significa che è possibile diagnosticare in maniera precoce il tumore alla prostata permettendo al paziente di curarsi in tempo e quindi di avere maggiori possibilità di guarire e vivere una vita sana. E’ giusto informare il paziente che questo è un metodo scientifico diagnostico sperimentale che statisticamente risulta essere un metodo diagnostico molto potente per individuare in tempo il tumore alla prostata. Ma a livello deontologico è giusto dire che non bisogna assolutamente trascurare il metodo diagnostico ufficiale (analisi del PSA nel sangue, ecografia, ecc.) e che clinicamente potrebbe verificarsi un falso positivo o un falso negativo. Però è giusto dire che nei pazienti sani (secondo la più prestigiosa letteratura scientifica) non si è mai riscontrato la presenza della molecola C3H5O2N. Attualmente sto lavorando per migliorare la sensibilità in modo da diagnosticare la presenza di un tumore prostatico quasi all’inizio della sua nascita. E’ giusto dire, infine, che il mio metodo atttualmente rimane custodito come segreto professionale per evitare eventuali abusi del suo utilizzo e che il migliore esperto in Italia che si occupa di questo tipo di problematica sta valutando di affidare i campioni dei propri pazienti al mio laboratorio visto che sono l’unico professionista in Italia che utilizza un metodo economico rispetto a quello utilizzato nei migliori istituti di ricerca italiani ed esteri. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il Prof. Santino Orecchio dell’Università di Palermo, il Prof. Andrea Versari dell’Università di Bologna e i ricercatori dell’Institute of Biochemistry and Phisiology of Microorganisms (Russian Accademy of Sciences).

Per informazioni telefonare al 3280277472 (Dr. Salvatore Baiamonte) oppure al numero 3294586399 ( sig. Joseph Puma)