“Non bisogna buttare l’acqua sporca con tutto il bambino, questo è accaduto con l’azione del Commissario dello Stato. Salviamo il Centro Padre Nostro di Brancaccio a Palermo”. Lo afferma il deputato regionale di Voce Siciliana, l’on. Michele Cimino.
“In tempi non sospetti-continua Cimino- ho ribadito rispetto ai tanti mistificatori, il danno che sarebbe stato creato alla cultura ed ai servizi socio-assistenziali siciliani, abolendo la cosiddetta tabella H, che altro non è, se non un elenco di fondazioni, enti e associazioni, istituite con leggi della Regione Siciliana,operanti da oltre venti anni.
Il Commissario dello Stato deve fare un controllo di legittimità e non di merito. Citare una Sentenza della Corte Costituzionale del 2009, che ha di fatto eliminato i finanziamenti nel 2009,2010, 2011 e 2012 mi pare veramente anacronistico.
Il Parlamento regionale deve avere uno scatto di orgoglio, il Centro Padre Nostro di Brancaccio a Palermo ha una legge istitutiva dal 1995. La politica-conclude l’on Cimino- non può “festeggiare” la beatificazione di Padre Puglisi determinando la chiusura del centro, proprio da lui fortemente voluto”.