A circa sei mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Pendolino, secondo insistenti indiscrezioni, si starebbe iniziando a pensare al dissesto finanziario.
Appena concluse le elezioni regionali, dunque una vera e propria tempesta si potrebbe abbattere sul Comune di Aragona.
Le minori entrate e il crollo delle riscossioni, impedirebbero di pagare i debiti e di conseguenza aumentano i residui passivi. Insomma, un Ente che fatica parecchio, non solo a pagare gli stipendi, ma soprattutto a garantire i servizi essenziali.
Durante la conferenza stampa indetta dal sindaco qualche mese fa, lo stesso Primo Cittadino, aveva parlato delle tante criticità del bilancio comunale: dai crediti non riscossi, fino ad arrivare ai debiti di ogni genere. Ma in quell’occasione, Pendolino, aveva assicurato ai cittadini aragonesi l’erogazione dei servizi essenziali.
Ma Aragona, somiglia sempre più al paese del Gattopardo? Tutto cambia per non cambiare nulla?
E soprattutto, quale segnale ha dato il Primo Cittadino, per fare capire agli aragonesi, che ci sia stato un’inversione di marcia?
Nel corso della sua campagna elettorale, Peppe Pendolino, aveva parlato tanto di decoro urbano, di sistemazione dei beni architettonici, di ridimensionamento delle posizioni dei dirigenti comunali e di tanto altro.
Allo stato attuale, nessun segnale è stato dato per quanto riguarda la riduzione del numero dei dirigenti comunali. Il loro ridimensionamento sarebbe stato un bel riscontro da dare ai cittadini, finora chiamati a fare non pochi sacrifici.
Sul fronte dei servizi, gli aragonesi si trovano a fronteggiare settimanalmente il problema dell’erogazione dell’acqua. Spesso i turni non vengono rispettati e la gente è costretta ad acquistare dai privati l’acqua necessaria per riempire le cisterne. Ma la bolletta arriva ugualmente nelle cassette della posta.
La raccolta dei rifiuti, procede a rilento, e i frequenti scioperi dei netturbini, rendono faticosa la raccolta differenziata.
Ma nel caso in cui l’Amministrazione Pendolino, sia costretta ad intraprendere la strada del dissesto finanziario, a pagarne le conseguenze sarebbero chiamati come sempre e comunque i cittadini.