Nei giorni scorsi, in un quotidiano locale è apparso un articolo nel quale il sindaco Salvatore Parello comunicava che “a partire da mese di marzo il Comune di Aragona tornava ad elargire dopo quasi tre anni, gli abbonamenti degli studenti pendolari, senza più pesare così sulle tasche dei genitori”.

Fin qui, sembrerebbe una bellissima notizia. E qualcuno direbbe “Tutto è bene quel che finisce bene”. Ma a quanto pare non è così.

Nello specifico, Parello nell’articolo in questione affermava: “Il Comune torna a dare gli abbonamenti agli studenti e relega un peso economico di non poco conto ai cittadini già alle prese con tempi di ristrettezze economiche. In alcuni casi i genitori si sono anche rifiutati di pagare gli abbonamenti aumentando così la dispersione scolastica dei ragazzi. Il diritto allo studio deve essere invece garantito”.

Quindi, se non abbiamo capito male, la colpa dell’eventuale dispersione scolastica sarebbe dei genitori, perché non possono pagare l’abbonamento ai propri figli a causa della loro condizione economica?

Stentiamo a credere questo! E non vogliamo credere questo! Quale genitore ha la possibilità di pagare l’abbonamento al figlio e non lo fa? Non pensiamo sicuramente che sia per un capriccio.

Ma i genitori fortemente risentiti ed adirati per le parole di Parello, hanno contattato la nostra redazione per raccontarci la loro versione.

“I genitori degli alunni pendolari sono risentiti perché a fronte del proclama da parte del sindaco di dare a tutti l’abbonamento per il mese di marzo (o dal mese di marzo in poi, questo è da vedere), il Comune resta moroso nei nostri confronti di parecchi euro”.

“Per sommi capi la situazione economica è questa:
– dell’anno scolastico 2012-2013 il comune ha rimborsato il 50% delle spese sostenute (considera che ogni studente spende in media 450-500 euro all’anno);
– dell’anno scolastico 2015-2016, appena trascorso, ha rimborsato solo il mese di ottobre, saltando il mese di settembre (tutt’ora sono poche chiari i motivi che hanno portato a questo), lasciando in sospeso i mesi da novembre a giugno;
– dell’anno in corso non solo non sono stati rimborsati gli abbonamenti ma il Comune non ha provveduto a farsi consegnare gli abbonamenti già utilizzati dagli studenti non dando seguito né alla contabilizzazione né al riconoscimento del debito da parte dell’amministrazione”.

“Durante questo lungo periodo – continuano i genitori – si sono susseguiti numerosi incontri con il Sindaco e gli Assessori per trovare soluzioni a riguardo.
Da parte dell’Amministrazione c’ era stata offerta l’opportunità di una compartecipazione in base alla situazione ISEE. Ipotesi bocciata per due motivi: la prima perché spesso il modello ISEE non sempre fotografa la situazione economica reale di una famiglia, favorendo chi non dichiara tutti i redditi effettivamente percepiti; la seconda è che la compartecipazione veniva calcolata su un prezzo base di 77,00 euro e non di 56,50 euro (l’effettivo costo sostenuto optando per una tariffazione a corse e non mensile)”.
“Per venire incontro ad un restituzione più snella e regolare abbiamo optato per contabilizzare gli abbonamenti mensilmente. In modo che appena tra le pieghe di bilancio il Comune trovava la cifra per coprire la spesa inerente ad un mese avrebbe provveduto alla liquidazione. Infatti, una delle motivazioni sui ritardi nei rimborsi era quella che il Comune aveva grandi difficoltà a liquidare ogni volta le spese sostenute per più mesi tutti insieme”.

“Tale soluzione, prospettata come l’eliminazione del problema, non ha dato però i frutti sperati, infatti, come detto in precedenza, il Comune ha provveduto a restituire solo il mese di ottobre dell’anno scolastico 2015/2016 lasciando tutto il resto sospeso.

“Temiamo che questa sia una mossa elettorale e non intravediamo una reale volontà da parte dell’amministrazione a risolvere il problema”.