Adesso è ufficiale: l’Akragas ridurrà al massimo le spese e darà il via alle cessioni, necessarie per evitare il fallimento. Le conseguenze sono praticamente certe: l’Akragas andrà incontro ad una retrocessione scontata, senza possibilità di salvataggio. Per i tifosi biancazzurri saranno cinque mesi di pura agonia.

Si ripartirà, forse, il prossimo anno dalla serie D e sarà un campionato interlocutorio. Occorrerà porre le basi per ripartire ma con oculatezza e pianificando ogni passaggio. Ci vorranno dei soci investitori che siano anche competenti, che sappiano come si programma l’attività di una società calcistica.

E’ chiaro che Agrigento, e lo dimostrano questi fatti, non è in grado di sopportare un campionato professionistico al quale si è arrivati quasi per caso.

La situazione odierna è figlia della promozione in Lega Pro avvenuta quasi per scommessa e che ha creato i presupposti per ciò che oggi si sta vivendo.

L’augurio è che la società non fallisca e che nel prossimo futuro possa riportare l’entusiasmo che è mancato negli ultimi due anni.

Ecco di seguito il comunicato di Silvio Alessi:

“Ho cercato di fare quanto nelle mie possibilità per risolvere positivamente le problematiche venutesi a creare dopo il disimpegno del presidente Marcello Giavarini dovute a motivazioni giustificate da me condivise.

Ribadisco ancora una volta la mia gratitudine nei suoi confronti e il mio ringraziamento per quanto fatto in questi due anni e per essermi stato accanto fino ad oggi. Avevo più volte lanciato un grido d’allarme e detto chiaramente che da solo non sarei riuscito a portare a compimento l’attuale campionato, essendo l’impegno molto oneroso, al quale non avrei potuto fare fronte senza un aiuto economico.

Tra l’altro ricordo a tutti i grandi sacrifici, non solo economici, profusi in questi cinque anni di mia presidenza con tante soddisfazioni per i tifosi e per la città di Agrigento. Ho più volte invitato chi ha a cuore le sorti di questa squadra a farsi avanti e mi riferisco all’imprenditoria locale, alla politica, ai tifosi, etc., perché eravamo di fronte ad un malato grave, metaforicamente parlando, che aveva bisogno, oltre all’affetto, anche di medicine per guarire. In questo periodo si è parlato tanto di diverse cordate interessate ad acquisire in toto, o in parte, le azioni societarie.

Si è discusso molto sui giornali e sui social network di mediatori a cui erano a cuore le sorti dell’Akragas, e noi con grande disponibilità abbiamo messo a disposizione i libri contabili, e quant’altro richiesto, al fine di poterli mettere nelle condizioni di valutare attentamente la situazione contabile. Con altri abbiamo solamente discusso e dimostrato, con carte alla mano, che questa è una società sana, con pochissimi debiti, in regola con i pagamenti di stipendi, contributi e tasse fino ad oggi. Ho anche dato ai nostri interlocutori un tempo massimo per ricevere quanto meno una disponibilità a dichiarare un serio interesse e, quindi, a concretizzare con i tempi necessari l’acquisizione di eventuali pacchetti azionari.

Ad oggi constato con grande dispiacere che i miei accorati appelli sono rimasti senza esito e che nessuno, ribadisco nessuno, si è fatto avanti per, quanto meno, iniziare una seria trattativa. Ho provveduto nei giorni scorsi a riunire l’assemblea dei soci e ho fatto presente, per l’ennesima volta, la drammatica situazione nella quale versa la società. Ed essendo mio dovere, in qualità di presidente del Consiglio d’Amministrazione, salvaguardare gli interessi societari, ho esposto loro che in assenza di nuovi e seri sviluppi avremmo adottato le misure necessarie volte a salvaguardare il bene societario.

Tutti i soci, sia di maggioranza che di minoranza, all’unanimità, hanno deliberato di dare mandato al Cda di ridurre drasticamente il budget e quindi di permettere la conclusione del campionato in corso, con le risorse a disposizione.

Poiché, come ho sempre detto, non sarò sicuramente io il presidente che farà scomparire l’Akragas, comunico a tutti che ho già dato incarico all’Amministratore delegato, Peppino Tirri,  affinché da domani si attivi immediatamente per ridurre al minimo il budget intervenendo sul mercato in uscita e sulla gestione amministrativa della società. Sicuramente un atto doloroso, ma indispensabile affinché non muoia ancora una volta il calcio ad Agrigento. La mia speranza è che nel prossimo futuro qualcuno possa prendersi a cuore le sorti dell’Akragas e rilanciarla per come questo grande blasone merita.

Io personalmente sarò a disposizione per essere a fianco di chi concretamente, e senza indugio, voglia investire per il bene di questi colori. Voglio rassicurare tutti i tifosi e gli addetti ai lavori che saremo vigili e attenti nel verificare tutte le possibili soluzioni, e metteremo in atto tutto quanto necessario per una soluzione definitiva del problema, affinché questa società possa avere un futuro migliore. E per questo continueremo a lavorare senza sosta con l’impegno e l’amore profuso fino ad oggi.”