Sarebbero almeno 4mila i dipendenti delle nove ex provincie regionali della Sicilia, che si sono ritrovati questa mattina a Palermo per contestare il pericoloso stallo in cui e’ finita la riforma, emblema delle incompiute istituzionali dell’Isola. Di fatto, i liberi consorzi dei Comuni e le citta’ metropolitane restano nelle sabbie mobili delle divisioni e delle lungaggini. I sindacati confederali e autonomi che hanno organizzato lo sciopero regionale, chiedono che il testo sia varato entro luglio.
E’ l’istanza rivolta al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che ha accettato di incontrare oggi i sindacati e che ieri ha lanciato il suo aut-aut: “Subito la riforma o e’ meglio sciogliere l’Ars per tornare alle urne”.
Da Agrigento sono partiti oltre 400 dipendenti, che mentre allo sciopero hanno aderito 95% del personale.