Lo scorso 29 aprile, un pubblico numeroso ha riempito la suggestiva sala della musica del Monastero di S. Spirito di Agrigento. In occasione del 42 anniversario della morte del grande musicista agrigentino Michele Lizzi, è stata presentata la monografia di Gaspare Agnello “Lizzi-musucista del 900” con le letture di Giusi Carreca e gli interventi, oltre che dello stesso Agnello, anche dell’ Assessore M. Masone e dell’esperto musicale palermitano Giuseppe Di Salvo, grande amico del Maestro Lizzi e conoscitore della sua musica. Il pubblico ha seguito con interesse le parole di Di Salvo intrise di commozione per il ricordo di una personalità, otre che di valente musicista, così profonda e di spessore umano notevole. Dopo l’intervento appassionato e coinvolgente del prof. Di Salvo l’evento è stato suggellato dall’esecuzione di due brani per pianoforte composti da Lizzi negli anni 50 e studiati con cura e passione, sulla base di manoscritti rispolverati per l’occasione, dalle due pianiste agrigentine Rita Capodicasa e Maria Rita Pellitteri. Quest’ultima ha eseguito con estro e personale creatività la fiaba per pianoforte dal titolo “Il piffero magico “ : il brano ha dato un primo saggio al pubblico attento della particolare atmosfera che la musica lizziana è in grado di suscitare. L’altra pianista Rita Capodicasa ha, invece, eseguito un “Andante”, secondo tempo della Sonata in la che il maestro Lizzi dedicò alla pianista palermitana Gigliola Rizzuto e da lei solamente finora eseguita, ma mai ad Agrigento; per questo tale esecuzione è stata di grande suggestione dato il particolare impianto formale dell’Andante. IL tema iniziale, pur essendo limpido e lineare si va alterando con linee melodiche via via più mosse, agitate quasi, per poi ritornare verso il tema iniziale tranquillo ma ad un tempo più inquieto.
concerto caopdicasa pellitteri (2)
In realtà la musica di Lizzi pur essendo tipica del Novecento nel voler andare oltre gli schemi formali classici, rientra comunque in una sua originale compostezza e linearità garantita in fondo da quel richiamo al mito classico che, in questo caso si vede nell’uso dei modi greci. Ciò la rende carica di colori aurei ed impalpabili ancor più perchè arricchita dall’uso della polifonia che Lizzi aveva studiato con Ildebrando Pizzetti. Questa tecnica compositiva si vede soprattutto nei Cori di Pantea, L’amore di Galatea e la Sagra del Signore della Nave, opere liriche di successo del nostro maestro che purtroppo oggi sembrano dimenticate. Nella sua musica, si nota sempre l’alternarsi di momenti di dolce lirismo che si fa, a tratti appassionato, incalzante con momenti di inquietudine e angoscia, quasi, ; ciò a riflesso della sua anima anch’essa inquieta come quella di Pantea, giovane fanciulla, discepola di Empedocle, alle prese tra l’aspirazione alla vita e il richiamo dell’Oltretomba. Si può, dunque,affermare che dalle note dell’Andante e del Piffero magico ascoltato in sala, il pubblico ha potuto intuire la profonda complessità dell’animo di Michele Lizzi la cui forza interiore emerge dalle soluzioni armoniche di una musica dall’effetto catartico, purificatore oltre che inquietante come tutta la musica del Novecento.
Hanno concluso la serata le pianiste Rirta Capodicasa e Mariarita Pellitteri poi esibitesi in un duo affiatato ed accattivante con l’esecuzione virtuosistica e creativa delle danze ungheresi di Brahms, le danze slave di Dvorak e in ultimo la vulcanica danza spagnola di De Falla. Il pubblico è stato unanime nel dichiararsi estremamente soddisfatto per avere assistito ad un evento di grande ed interessante spessore culturale .