Il giudice del lavoro del Tribunale di Agrigento, Santina Bruno, ha dichiara illegittimo il licenziamento intimato al dirigente amministrativo dell’Asi, Rosario Gibilaro, 58 anni di Agrigento, con determinazione commissariale del 21 agosto 2012 e, per l’effetto, ha condannato il Consorzio per l’area di sviluppo industriale (Asi) di Agrigento in liquidazione – gestione separata Irsap a reintegrarlo nel posto di lavoro e a versargli un’indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto dalla data del licenziamento all’effettiva reintegrazione, oltre rivalutazione monetaria e interessi legali dalla maturazione di ogni rata di credito al pagamento. Il giudice ha anche dichiarato il difetto di legittimazione passiva dell’Istituto regionale per lo Sviluppo delle attività produttive e interamente compensate le spese di lite tra le parti.
Rosario Gibilaro, rappresentato dagli avvocati Salvatore Pennica ed Alfonso Neri, così come l’ingegnere Salvatore Callari e il direttore Nino Casesa, destinatari di analogo provvedimento, ha dunque avuto riconosciute le proprie ragioni e pertanto potrà ritornare a svolgere le proprie funzioni. La vicenda personale di Gibilaro entra in un più ampio contesto politico – amministrativo ed anche giudiziario nato nel momento in cui la Regione siciliana, attraverso l’assessorato competente, ritenendo di individuare alcune falle nella gestione del Consorzio Area sviluppo industriale di Agrigento ha provveduto ad inviare esposti denuncia alla Procura della repubblica e a passare alle vie di fatto con il licenziamento dei vertici del Consorzio. Iniziative che hanno originato la reazione dei destinatari provvedimenti che si sono rivolti al giudice del lavoro. Lo avevano fatto già l’ingegnere Callari e il direttore Nino Casesa, ottenendo la reintegra nel posto di lavoro così come il dirigente dell’area amministrativa Gibilaro.