Per dovere di precisazione e per tutelare l’immagine personale e professionale del sottoscritto, ma anche quella del partito che mi onoro di rappresentare in città, lo scrivente invita le testate che hanno dato notizia dell’incarico a me indirizzato da parte del Comune di Agrigento con delibera di Giunta n°167 del 10/12/2013, ad integrare la notizia con la mia espressa rinuncia manifestata contestualmente alla notifica da parte dell’Ufficio legale del Comune in data 12/12/2013, e quindi ben prima della divulgazione della notizia.
Questo per quanto attiene alla forma.
Per quanto riguarda la sostanza, duole constatare che anni di guerra civile e di clima da caccia alle streghe ad Agrigento, abbiano insegnato poco, arrivando in apparente cattiva fede, a pubblicare metà notizia (visto che non si poteva non sapere della mia rinuncia) nel malcelato intento di creare al Partito Democratico un danno d’immagine e al sottoscritto una evidente intimidazione che attiene sia alla sfera professionale che a quella politica.
E’ banale sottolineare, per chi è dotato di un minimo di intelligenza critica, che essendo lo scrivente un tecnico, e non ricevendo a nessun titolo denari per svolgere la propria attività politica (che piuttosto rappresenta un costo in termini di tempo ed economici) al contrario di taluni censori delle pagliuzze negli occhi degli altri, l’incarico era perfettamente lecito e commisurato alla professionalità del sottoscritto, che del resto si guadagna da vivere esercitando la professione di tecnico. Se si è proceduto alla rinuncia è stato per evidenti motivi di opportunità attinenti esclusivamente alla sfera politica, e per rispetto dei tanti militanti e dirigenti del partito.
Il redattore della nota pare invece voler insinuare il sospetto dell’asservimento della attività politica dello scrivente e di un intero partito composto da uomini liberi e dotati di spirito critico, a meri interessi d tornaconto economico e/o di potere, che in effetti parrebbe essere la prassi per lo stesso visto le repentine giravolte politiche degli ultimi mesi. E reciprocamente sembra alludere a un’attività professionale condizionata dall’appartenenza politica insinuando il sospetto di un’assenza d’indipendenza e libertà intellettuale.
Ciò è profondamente lesivo dell’integrità morale di un operatore politico e ancor di più della deontologia di un professionista al punto che meriterebbe il deferimento a un ordine o un collegio, se solo fosse iscritto ad alcuno.
Dolendomi per la sgradevolezza della vicenda lo invito nelle prossime occasioni a meglio informarsi prima di denunciare presunti abusi onde evitare altre magre figure, anche in altre e ben più prestigiose sedi.