Alle Fam, la mostra su Fausto Pirandello, è già record. In meno di una settimana sono stati oltre mille, infatti, i visitatori – cinquecento dei quali soltanto nel giorno di domenica, all’indomani dell’inaugurazione – per l’evento dell’anno ad Agrigento, dove il figlio del premio Nobel Luigi è protagonista, per la prima volta, di una mostra a lui dedicata con il supporto di rigorosi studi scientifici.
Organizzata dalle associazioni “Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento” e “Associazione Fausto Pirandello”, vede la curatela degli storici dell’arte Fabrizio D’Amico e Paola Bonani e propone uno studio dell’opera dell’artista agrigentino circoscritto a un periodo storico cruciale, 1939-1945, che coincide con gli anni durissimi della seconda guerra mondiale. In mostra alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento anche opere inedite per ognuna delle quali c’è una storia da raccontare. Come quella della Fondazione Sicilia, “Primordi di Roma, Leggende”, bozzetto a sfondo mitologico “bocciato” dal regime fascista. E il curioso “I ranocchi” (o “I tre rospi”). A raccontarne la storia è Flavia Matitti, storica dell’arte e studiosa dell’opera di Pirandello. “I ranocchi – spiega la Matitti – fu acquistata alla III Quadriennale del 1939 dall’intellettuale siciliano Telesio Interlandi che, vicino agli ambienti fascisti, si rifugiò a Salò nel 1943. La sua casa, requisita dagli inglesi che vi stabilirono la redazione del giornale delle forze armate britanniche, è oggetto di saccheggio. Persino “I ranocchi”, dipinto su tavola, viene “sacrificato” alle esigenze del tempo di guerra. Tagliato in due dai soldati inglesi viene utilizzato per “chiudere una finestra senza vetri. Solo la metà superiore del quadro è sopravvissuta. Quella in mostra alle Fabbriche”.
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori. “Una mostra nel segno della continuità – commenta il presidente degli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, Antonino Pusateri – per la nostra associazione, impegnata dal 2000 nella ricerca sulla pittura in Sicilia nell’ultimo secolo, con particolare attenzione a quegli artisti che hanno avuto prestigiosi riconoscimenti fuori dall’isola. E Fausto Pirandello, agrigentino, è uno di questi: consacrato a Parigi, negli anni Ottanta al Centre Pompidou, con l’esposizione “Les Rèalismes” di Pontus Hulten e Jean Clair oggi è oggetto di una prestigiosa esposizione, per la prima volta, nella sua città natale”. In occasione dell’inaugurazione, ad Agrigento, erano presenti gli eredi in linea diretta: Dora (moglie Antonio, uno dei due figli dell’artista) e i figli Fausto e Silvio che hanno presentando l’associazione dedicata a Fausto Pirandello, impegnata a promuovere e sostenere in campo nazionale e internazionale l’opera dell’artista.