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Lettere al direttore: “Un futuro per Agrigento”

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Riceviamo e pubblichiamo

Ho visto di recente un bellissimo documentario sulla città di Sarajevo. Nell’ antico quartiere turco lastricato di pietra lucida e popolato come un suk, sciamavano ragazze islamiche a farsi guardare . Come uccelli colorati si mischiavano alle botteghe, scivolavano fluide e allegre lungo le viuzze operose del centro storico della città. Un vero spettacolo di bellezza! Subito il pensiero mi si e’ spostato sul nostro centro storico . Potrebbe essere altrettanto bello e vitale mi sono detto!
Sarajevo ha avuto negli anni una guerra distruttiva, la guerra Bosniaca. Malgrado tutto, ha ripreso il vecchio fervore. Che forza di città! Che forza gli abitanti!
Ma anche noi agrigentini abbiamo avuto e abbiamo la nostra inesorabile distruzione. Una guerra in citta’ che dura da decenni e decenni, tutta guerra politica e di ripicche collegate: guerra d’incuria, ma anche anime agrigentine d’indole fiacca e rassegnata pronte alla resa, parole di protesta sparate sempre a salve, bombardamenti vocali che centrano solo strade dissestate, fogne a cielo aperto, mare inquinato, dissesto urbanistico, abusivismo, ecomostri in citta’ e nella costa, centro storico come vuoto a perdere. I nostri templi greci solo un occasionale e fortunato lascito storico maestoso e, di contro, un’offerta turistica d’occasioni perdute. Una classe dirigente, e non solo politica, da decenni alla nostra guida praticando attivita’ egoistiche quasi sempre di esclusivo tornaconto politico o personale.
Certo, impietose pennellate su un quadro spregevole che periodicamente e a buon diritto si dipingono anche giornalisticamente quando si scrive della nostra città.
Eppure nutro ancora fiducia in un futuro migliore per Agrigento!
Perche’ il mio ottimismo?
Perche’ ho fiducia che i nostri figli, le nostre generazioni future assumano consapevolezza dei nostri strutturali limiti caratteriali e di cultura. Del nostro modo di essere accondiscendenti e pavidi, senza forza reattiva contro una schiavitu’ di dipendenza e assoggettamento in cui ci mantiene la nostra classe dirigente e politica. Confido, malgrado tutto, nelle nuove generazioni che finalmente un giorno prendano atto della nostra incapacita’ tutta agrigentina, e decidano di assegnare le nostre sorti ad altra nazione. Proprio cosi! Commissariati da altra nazione come ultima chance! Confido e sogno che un giorno nazioni della nostra europa come le civilissime Svizzera o Germania, acquisiscano la gestione amministrativa della nostra Agrigento; che ci caccino finalmente fuori come indegni e immeritevoli della tanta bellezza del nostro territorio, tanto vilipeso e mai saputo veramente far fruttare. Che tali nazioni per almeno un trentennio assumino in proprio la gestione della nostra terra per rinnovarla, modernizzarla, riorganizzarla, educarla, civilizzarla.
Troppo pessimismo? Utopia? Provocazione? Paradossi? Lasciatemi almeno sfogare e sognare per favore! Guardiamoci sinceramente in faccia tutti e poi intorno ad annusare il fetore prodotto dagli scarichi di fogna e, sopratutto, anche il nostro secolare scaricare parole…parole…parole sempre a vuoto e inconcludenti! Meritiamo di vivere in questo stato penoso, diciamocelo sinceramente!
Rodolfo Di Rosa

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