Sarà presentato questa sera alle ore 20,30 nell’atrio superiore del collegio dei Gesuiti di Sciacca il romanzo storico “Amori e intrighi a Misilcassim” dell’autore riberese Enzo Liotta. A presentarlo lo storico Raimondo Lentini e il prefatore Lillo Pumilia che, insieme all’autore, converseranno con il dott. Michele Barbera dell’Associazione Culturale Scientifica “Conte Luna” di Sciacca che si è fatta promotrice dell’evento.

L’opera di Liotta, dedicata “Ai Siciliani di ieri e di oggi” si svolge, tra storia e fantasia, su un palcoscenico temporale che va dalla fine del Vespro Siciliano, marzo 1292, alla metà del Seicento. L’idea è scaturita, allo storico Raimondo Lentini, dal ritrovamento di documenti medievali inediti (ASP, Archivio Moncada di Palermo). Tali documenti così intriganti e coinvolgenti: matrimonio non consumato, adulterio, sesso, annullamento, stupro… sono atti notarili redatti parte in latino e parte in siciliano medievale che, tra l’altro, rappresentano anche una preziosità linguistica.
“Ancora una volta il mito e la storia offrono stimoli interessanti per una pubblicazione che, insieme ai suoi personaggi conduce dai palazzi reali di Palermo attraverso contee e feudi della Sicilia occidentale. Parte della vicenda, come una sorta di rappresenazione treatrale o di film in costume d’epoca, si svolge tra eleganti ricevimenti e raffinati banchetti e dolci melodie e muove dalla Corte reale di Palermo.
Da una delle diverse storie d’amore narrate emerge la straordinaria modernità della contessa Beatrice, una donna di incredibile forza e determinazione, che non vuole rinunciare alla propria femminilità, non intende vivere rassegnata e inerte in un mondo tutto al maschile e perciò sconvolge i tabù dell’onore, del potere e della virilità tra loro da sempre strettamente intrecciati, specialmente in quell’epoca. Beatrice butta all’aria i cliché consueti delle donne del suo tempo, affermando un modello che solo secoli dopo, si sarebbe detto della parità dei sessi e del femminismo e vince lo scontro con il marito, (da lei accusato di impotenza). Il Tribunale ecclesiasatico di Palermo, anche questo un fatto non consueto, dà ragione ad una donna” (C. Pumilia).
Perciò Liotta si è subito premurato di dare al romanzo un taglio che fosse subito visto come un’esposizione variegata di storie d’amore. Così come quelle autentiche anche quelle da lui immaginate ben s’inseriscono anche in quel contesto storico nazionale. E, per introdurre subito la trama nell’ambientazione storica dell’epoca ha creduto opportuno esordire col primo capitolo che parla dell’amor cortese, l'”Amour cortois”, tratto da una novella del Decamerone, per giungere fino a quello celestiale “L’Amore più grande” .
Non mancano le avventure vissute in deserti lontani, o tenere vicende d’amore, o cruenti fatti di sangue e di faide.
Il primo ed il penultimo capitolo, due esempi tra gli altri, per ribadire come l’amore casto, virtuoso, è sempre vittorioso e come specialmente quello mistico sia capace di ricongiungere perfino a quell’unico Amore, inenarrabile per la Sua perfezione…
Eppure lo stesso tema dell’amore qui comprimario nella trama, anche per lenire le amare delusioni dei certe pagine storiche nostrane, è anch’esso un innocente pretesto: infatti interagisce nel romanzo con la funzione di accompagnare la narrazione e di legarla a quei e a questi nostri tempi.

Enzo Liotta nasce a Ribera (AG) nel 1939. Studia al Ginnasio Liceo “T. Fazello” di Sciacca, ma a Ribera consegue il diploma di abilitazione magistrale, mentre a Palermo si abilita all’insegnamento dei bambini sordomuti. Insegna dapprima nella sua città natìa. Nel 1963 emigra a Stoccarda (Germania) ove gli viene affidata la Prima Pluriclasse Italiana Sperimentale per i figli dei nostri connazionali emigrati a Mannheim che conduce con successo. A seguito di concorso passa nel ‘66 al servizio del Consolato Generale d’Italia a Stoccarda fino al ‘76, da dove viene trasferito con la famiglia, a seguito di concorso al Ministero Affari Esteri, in Ungheria in servizio alla nostra Ambasciata d’Italia a Budapest fino all’80.
Passa poi, fino all’89, all’Agenzia Consolare d’Italia in La Chaux-de-Fonds, capitale dell’orologeria. Su quelle montagne del Giura è corrispondente di periodici d’emigrazione editi in Svizzera ed è anche Presidente dell’antica locale Società Dante Alighieri. In quel decennio scrive poesie e raccoglie numerosi consensi e riconoscimenti in vari concorsi letterari sia in Svizzera che in Italia per cui viene insignito di diversi titoli accademici ed onorifici. Continua a prestare servizio, alternando ad ogni trasferimento periodi di rientro al Ministero degli Affari Esteri a Roma: all’ex-Ambasciata d’Italia in Bonn; al Consolato d’Italia in Esch-sur-Alzette (Lussemburgo). Termina nel 2006 a Stoccarda da dove va in pensione per raggiunti limiti d’età. Attualmente vive tra Ribera, Torrre Macauda (Sciacca) e Roma.
Pubblicazioni: Come polline al vento, raccolta di Poesie, Editrice l’Autore Libri, Firenze, 1985; Finalista al Premio Letterario Editoriale Internazionale “L’Autore 1985”; Novelle per ventiquattr’ore – Novelle Fiabe Leggende e Cose di Sicilia, Gruppo Albatros Il filo, Roma 2009; Diploma di merito, Premio Nazionale AlberoAndronico, Roma-Campidoglio, 2011.Ha conseguito diversi premi in Italia e all’estero.