“L’arrivo del Pontefice è una bellissima notizia. Il fatto che abbia scelto Lampedusa per il suo primo viaggio nel mondo dimostra una sensibilità fuori dal comune, quella di un Papa umano che ha a cuore la sorte degli esseri umani. Da oggi la mia isola non è più il confine d’Italia e dell’Europa, ma l’inizio del cammino pastorale di Papa Francesco”.
Con queste parole il sindaco delle Isole Pelagie, Giusi Nicolini, commenta il viaggio che lunedì 8 luglio porterà il Papa a Lampedusa.
“Siamo una comunità fatta di isolani, di migranti e di uomini e donne che si occupano del soccorso, che vive su un piccolo pezzo di terra più vicino alle coste africane che all’Italia. E proprio per questo rappresentiamo, non senza difficoltà, un ponte tra le sponde del Mediterraneo, che prova a offrire accoglienza e dare speranza a gente che lascia le proprie terre alla ricerca di un futuro migliore. Vivere e fare il sindaco a Lampedusa significa superare prove durissime – prosegue la nota – vedere la disperazione umana e seppellire tante, troppe, vittime che non sopravvivono alle traversate in mare. Ma anche accogliere chi invece ce l’ha fatta, ricevere il sorriso di chi ti ringrazia semplicemente per il tuo sorriso. Infine significa assumersi in prima persona un compito importantissimo: contribuire con ogni mezzo affinché abbiano fine i viaggi della disperazione a cui ancora oggi le politiche migratorie della Ue costringono decine di migliaia di persone. Lampedusa non sarà più sola a sostenere questo peso enorme, un peso smisurato fino a oggi sulle spalle di 6mila persone in un’isola di 20 chilometri quadrati – conclude Giusi Nicolini -. Mi auguro che l’Europa sappia cogliere il significato di questo viaggio e ascoltare le parole di Papa Francesco”.