La recente ordinanza emessa dal sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, non è stata accolta con entusiasmo dal gruppo dei consiglieri 5 Stelle, che si trovano all’opposizione.

Come è spesso accaduto nell’ultimo anno, in assenza di una legislazione nazionale che affronti in modo organico il tema del rapporto tra salute pubblica e gioco d’azzardo, le diverse amministrazioni  si sono attivate per predisporre normative locali. Così, invece di una regolamentazione che riguardi i casinò in Italia, i siti di gioco, gli esercizi sul territorio e tutti gli altri canali di offerta legale di questa forma di intrattenimento e che tuteli sia gli utenti che gli operatori, si osserva spesso un puzzle disomogeneo di regole sul territorio che crea anche frizioni tra le diverse forze politiche, proprio come è accaduto a Grotte.

Il sindaco ha infatti emanato un’ordinanza che determina le distanze minime dai luoghi sensibili degli apparecchi di gioco e delle sale gioco e al contempo disciplina gli orari di tali attività. Commentando l’iniziativa, Provvidenza ha fatto richiamo al fatto che l’Amministrazione Comunale ha il compito di tutelare la salute pubblica ed il benessere degli individui e della comunità del territorio, promuovendo, laddove possibile, interventi a favore della protezione dei soggetti più deboli e a rischio. Il distanziometro e la limitazione del funzionamento delle slot, ha chiarito il sindaco, non possono certo risolvere il problema delle azzardopatie, ma possono aiutare a disincentivarne l’uso compulsivo.  

L’ordinanza sindacale rappresenta la risposta ad una recente lettera inviata dalla Questura di Agrigento ed è proprio questo il punto che ha scatenato l’ira dell’opposizione, resa manifesta da un post su Facebook scritto dalla consigliera Carmela Butera.

Il movimento 5 Stelle contesta al sindaco il fatto che l’ordinanza approvata è in contrasto con le indicazioni che il Consiglio Comunale aveva fornito. Per l’opposizione, il primo cittadino di Grotte, non ha inteso farsi veramente carico del problema della ludopatia e del gioco d’azzardo nel paese, ma solo tutelare la propria persona di fronte alle richieste della Questura.

Non sono quindi le misure approvate ad essere contestate, misure che peraltro sono simili a quelle presenti in casinò legali come Betnero, e che ad esempio supportano il gioco responsabile offrendo l’opportunità di limitare i depositi o che bloccano l’accesso ai minori di età, quanto piuttosto le modalità con cui il sindaco si è mosso, appropriandosi della mozione che i 5 Stelle avevano presentato lo scorso 9 agosto e non rispettando le indicazioni in essa previste. I 5 Stelle proseguono ricordando che tale mozione era stata approvata all’unanimità da tutto il Consiglio Comunale che è sovrano e che include non solo l’opposizione, ma anche la maggioranza che sostiene Provvidenza.

Il fenomeno del gioco slot a Grotte, seppur registra valori di spesa pro-capite piuttosto bassi rispetto alla media nazionale, non è certo in recessione. Se nel 2016 i cittadini del Comune hanno speso 218€ a testa negli apparecchi di gioco, nel 2017 tale valore è salito 295,6€, nonostante il numero di macchinette sia passato da 26 a 18 nello stesso periodo. Questi sono i dati che emergono dalla recente indagine svolta da Visual Lab, sull’andamento del gioco nel territorio italiano. Il monitoraggio consente di avere un quadro preciso del fenomeno del gioco nel Comune e ci dice infatti che i grottesi, nel 2017, hanno speso nelle slot e nei giochi di Stato un totale di 2,94 milioni di euro, e ne hanno vinti 2,28 milioni. Della spesa totale, ben 1,66 milioni di euro sono stati giocati nelle slot, oltre 572mila euro in scommesse sportive a quota fissa, più di 453mila euro nel Lotto e più di 175mila euro nelle Lotterie Istantanee (Gratta e Vinci).              

Anche a livello nazionale, il gioco d’azzardo continua la sua crescita. Il recente Rapporto Italia 2019 di Eurispes ha evidenziato che ad oggi 3 italiani su 10 spendono in gioco d’azzardo e che circa il 28% gioca nella speranza di ottenere una grande vincita.