La promozione di una riqualificazione sostenibile dell’edilizia passa attraverso il protocollo d’intesa firmato questa mattina, tra l’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento, rappresentato dal presidente Alfonso Cimino, e la sezione provinciale dell’Istituto nazionale di Bioarchitettura (Inbar), rappresentato da Matteo Catanese. Presenti anche Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti e Anna Carulli, presidente nazionale Inbar.
“Il protocollo si pone come strumento utile al miglioramento della qualità ambientale – afferma Alfonso Cimino – ad azioni mirate all’aumento dell’efficienza energetica e del comfort degli ambienti a uso abitativo e non, alla promozione di iniziative e pratiche a favore della sostenibilità urbana”.
-Quale sarà il primo passo dopo la firma del protocollo?
“La costituzione della Commissione per l’edilizia sostenibile, composta da professionisti iscritti all’Ordine degli Architetti e coordinata dall’architetto Angela Giglia, già consigliere dell’Ordine e delegata alle Politiche sulla bioarchitettura e Innovazione tecnologica, già esperta in materia, e dalla sezione locale di Inbar, – conclude Cimino –che si impegnerà nella stesura e nello sviluppo di linee guida e norme regolamentari sull’edilizia sostenibile, su richiesta delle amministrazioni comunali interessate ad adeguare i loro regolamenti”.
-Una condivisione di obiettivi tra l’Inbar e l’Ordine degli Architetti dalla quale a trarne vantaggio è l’intera comunità, passando per le pubbliche amministrazioni.
“Gli obiettivi dell’Inbar coincidono con quelli dell’Ordine degli Architetti – spiega Anna Carulli – attraverso politiche ambientali, attenzione alla visione olistica dell’architettura. L’Inbar è esperto in alcuni settori che fanno capo alla qualità di vita del cittadino: biocompatibilità ed ecosostenibilità degli edifici e le relazioni dell’uomo tra l’interno e l’esterno e del territorio a livello di riqualificazione e rigenerazione urbana. Incentivare, quindi, un sistema di valutazione degli edifici per il recupero e il riuso degli stessi, siano questi residenziali pubblici oppure siano zone industriali ormai dismesse”.
-L’Inbar è attiva nell’agrigentino da quasi un decennio. Che ricaduta avrà sul nostro territorio il protocollo?
“Proponiamo nuove attività, un nuovo modo di costruire, di recuperare – dice Matteo Catanese – Ci proponiamo, insieme con l’Ordine degli Architetti, di incentivare il recupero della nostra parte di Sicilia, considerato che abbiamo delle caratteristiche diverse rispetto al resto d’Italia, e la costruzione con materiali diversi, ad esempio la canapa e il legno”.
-Il protocollo firmato questa mattina, anticipa la stipula di un protocollo a livello nazionale tra l’Inbar e il Consiglio nazionale degli Architetti.
“C’è grande attenzione sul tema e stiamo per stipulare un protocollo d’intesa a livello nazionale con l’Inbar che stimoli una serie di attività centrate sulla promozione dell’ecosostenibilità sull’intero territorio italiano, coinvolgendo le amministrazioni locali – dichiara Rino La Mendola – Tenendo presente che la bioarchitettura è fondamentale per le nuove costruzioni ma lo è altrettanto per il recupero sostenibile del costruito, non pensiamo soltanto agli aspetti legati alla sicurezza e antisismici ma anche energetici, ciclo di vita dei materiali e del loro consumo”.