Le partite dell’Akragas dovrebbero durare 85′. Perché se si va oltre, si perde o si pareggia.

E’ già successo diverse volte in questo campionato (Catanzaro e Foggia, per esempio) ma la lezione, evidentemente, o non la si capisce, o non la si sa spiegare. E non può essere sempre la sfortuna l’alibi.

I biancazzurri di Lello Di Napoli escono sconfitti anche da Andria e piombano in solitaria al terz’ultimo posto in classifica. Oltretutto, visti gli ultimi scontri diretti, quella è la posizione che, nella migliore delle ipotesi, gli akragantini occuperanno a fine campionato.

Sempre che Vibonese e Melfi non rialzino la testa (oggi i lucani hanno espugnato il Cibali) e non si retroceda direttamente.

E’ chiaro che si tratta di impressioni “a caldo”, scritte d’impulso, ma la realtà purtroppo è questa. Nel buon nome del “bilancio” si è sfoltita la rosa dei pezzi più pregiati e soprattutto più costosi per le casse societarie, una politica che adesso sta dando i suoi frutti… amari.

LA CRONACA

Difficile trovare in tutta la partita una sola occasione da rete creata dall’Akragas che ha sempre difeso, ad eccezione di una piccola frazione nel primo tempo durante la quale non ha mai tirato in porta.

Una partita giocata praticamente sulla difensiva, esattamente come la gara di Catanzaro, contro il Foggia e tante altre in precedenza. I ragazzi di Di Napoli sono stati bravi ad imbrigliare l’Adria che, a parte qualche lampo, non ha fatto tremare più di tanto Addario. La rete al ’90 di Croce però taglia gambe, morale e speranze.

Da sottolineare l’ammonizione di Pezzella che mancherà a Taranto, squadra in serie positiva da diverse giornate e che ha staccato il gruppo delle “ultime”.