“Abbiamo affrontato l’importante tematica del Prg e ha abbandonato l’Aula, abbiamo dibattuto su una città che crolla e ha disertato la seduta. Di contro, accendendo la televisione lo si trovava però in prima linea, anche in manifestazioni collaterali legate alla sagra: una overdose di visibilità”. Questo è il profilo politico-amministrativo di Marco Zambuto rispetto alle criticità e alle problematiche del territorio comunale”. A rilevarlo è il gruppo consiliare Mpa, composto da Alfonso Vassallo, Fancesco Picone, Riccardo Mandracchia e Aurelio Trupia.
“A fronte di un contesto socio-economico in grande sofferenza, al limite della sopravvivenza, e di un quadro generale di emergenze – aggiungono gli esponenti del movimento per l’autonomia – il sindaco di Agrigento che fa? Si limita a buttare fumo negli occhi, mostrando una imbarazzante irresponsabilità istituzionale. In buona sostanza gira le spalle alla città, si defila. Il timoniere, per intenderci, chiamato a tenere la barra dritta, lascia l’imbarcazione, che sta affondando, per salire su una nave da crociera, comoda, confortevole, sicura. In rotta verso porti più tranquilli. Zambuto finalmente getta la maschera: sette anni alla guida di Palazzo dei Giganti, cambi di casacca ad ogni piè sospinto, non per il bene della città, d’altronde i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma solo e soltanto per ipotecare una poltrona: non ha importanza se da onorevole regionale, nazionale oppure europeo. Quando si amministra con questo spirito, con queste costanti e deleterie dinamiche da campagna elettorale, non si può che arrivare ai titoli di coda attraverso una gestione disastrosa, distorta e inconcludente. Zambuto in questi anni ha pensato, quasi una sorta di chiodo fisso, come costruirsi la carriera politica, come scalare posizioni, incurante di dovere risolvere seriamente e quotidianamente i problemi del territorio, di dare risposte reali e concrete agli agrigentini in grave difficoltà. Il sindaco, forse, volerà a Bruxelles, mentre Agrigento, da lui malgovernata, la lascerà schiantata al suolo: tutta da ricostruire” – concludono Vassallo, Picone, Mandracchia e Trupia.