di Alma Grandin – La scienza va capita, ma può anche essere divertente e ce ne si può addirittura innamorare. Fare pubblicità alla scienza, però,  è difficilissimo, e soprattutto  far innamorare i giovani alle materie scientifiche non è cosa da poco soprattutto se, dopo l’adolescenza, scelgono altri percorsi formativi per dedicarsi ad altro.  Come far innamorare i più piccoli della scienza e diffondere il virus della scienza per aiutare i più giovani ad allargare i propri orizzonti per far nascere nuovi scienziati ? L’amore per la scienza, come quello per la lettura, andrebbe coltivato fin dalla più tenera età.  Bisognerebbe lavorarci molto, in modo ragionato e continuativo, prendendo ad esempio quello che fanno gli  altri paesi.  Infatti, se leggere fa bene alla salute, la scienza  è vita. D’accordo è una materia un po’ spinosa. Lo è stata anche per me.  Ma deve essere  una passione, e la passione non nasce da un obbligo ma da un trasporto emotivo.

Un talento unisex

La giornalista Alma Grandin

Io, infatti, sono partita da una constatazione: la scienza si può comprendere, sentire, vedere.  Perché la scienza non è noiosa: ma nessuno lo sospetterebbe guardando i dati sulla diffusione dello studio delle materie scientifiche. Nell’era di internet e dei social network  la scienza diventa ancora più attiva: non solo quella seria delle scoperte scientifiche, ma tutto ciò che parla di scienza. Anche perché studiare le materie scientifiche, così  come la lettura, sono processi del tutto innaturali. La parola scritta ha solo 5 mila anni, noi invece siamo biologicamente molto più vecchi. Non siamo progettati per leggere . Il nostro cervello impara a farlo con grande fatica. Solo a un certo punto si passa dal decifrare lettera dopo lettera allo svolazzare lo sguardo sulle parole.  E questo passaggio da una soddisfazione grandissima. Come imparare and andare in bicicletta, e con lo stesso divertimento.  Studiare le materie scientifiche, significa farsi trascinare in un mondo nuovo dove tanto ancora rimane da scoprire.

Ribellione! Anzi: rispetto

In ogni caso, e al di là della disciplina che appassiona – o intrippa –  ragazze e ragazzi, il  motto di ogni scienziato è sintetico: osate. Agite fuori dagli schemi, è una ribellione sana. Non è vero che studiare biologia o fisica sia da sfigati. In realtà più che una ribellione è una forma di rispetto che dovete a voi stessi e al talento che è in voi. Insomma, avete il pallino della chimica, della biologia o della fisica? Seguitelo. Se il pallino è lento, leggete libri di biologia o fisica, ce ne sono di divertenti, oppure iniziate da questo piccolo manuale: vi tornerà utile.

Prendete quello che serve

I nuovi media rubano molta attenzione ai più giovani e anche se nell’era di Wikipedia e della Rete dove si trova di tutto,  i più piccoli continuano a porsi delle domande. Paradossalmente le tecnologie digitali possono stimolare a pensare e aiutano molto la scienza: basta guardare all’intelligenza artificiale e di come il nostro cervello pensi in modo differente rispetto alle funzioni di un computer.  E se siete curiosi allora frequentate i campus estivi di coding e di robotica: giocando troverete quello che entra in sintonia con voi.  Non si tratta di sapere tutto o di risolvere una funzione a memoria. Quello che importa è appropriarsi di quanto serve per orientarsi.

Pensare è un gioco da bambini

E’ nell’universo e nella scienza che studia l’universo che è racchiuso il senso della vita. Ecco, allora che quando il cervello si attiva da solo e insegue un nuovo pensiero  bisogna ascoltarlo.

Imparate ad accarezzare la vena scientifica che è in voi. Giocateci, divertitevi e vedete se i pensieri che si autogenerano, che continuano a correre dentro di voi e vi emozionano. La scienza è vita:  è senso dello spazio, del tempo, della dimensione.  Ed è nel senso dell’espansione e in quello del limite che guardiamo le nostre vite scorrere un giorno dopo l’altro.

Scienziato è chi sa sognare

Il nostro breve  manuale degli esperimenti scientifici per lo scienziato dilettante è  destinato ai bambini perché la scienza diventi davvero accessibile a tutti, e non solo una materia da apprendere solo a scuola. Un piccolo manualetto che, tra umorismo e metafore, introduce i più piccoli ai misteri della scienza e ai percorsi del pensiero sin dai primi anni scolastici.

Abbiamo sentito l’esigenza di scrivere questo libretto perché,  l’educazione alla scienza, per i più piccoli diventi sempre più evidente. Il virus della scienza sia contagioso, almeno stando alla naturale propensione agli interrogativi dei più piccoli: scienziati per istinto, sognatori. Curiosi di arrivare all’anima delle cose, esattamente come gli scienziati di professione. Merito di menti dove l’intelligenza emotiva e quella razionale, creatività e memoria, empatia e autocontrollo sono ancora da educare. Domandarsi il senso delle cose va incontro alla naturale curiosità infantile e insegna ad esprimersi meglio. Aprirli alla curiosità della scienza perché il pensiero immaginifico dei bambini si propaghi all’infinito: è questo il nostro piccolo obiettivo per gli scienziati – grandi – del futuro. Perché  scienziato è chi sa sognare … e  solo i più piccoli lo sanno fare!