Silvio Alessi ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente dell’Akragas. Lo ha comunicato nel corso di una conferenza stampa convocata nel pomeriggio allo stadio Esseneto.

“Dal mese di giugno scorso sono rimasto da solo, consegno la squadra nelle mani del sindaco o di chi ha a cuore le sorti di questa società e pensa di poter fare meglio di quanto ho fatto io. Da domani aspetteremo gli eventi, ma per quanto mi riguarda da questo momento non sono più l’amministratore di questa società.”

“Ho comunicato ai giocatori la mia decisione – ha spiegato Alessi – tutto mi sarei aspettato tranne che finisse così. I ragazzi mi hanno chiamato anche questa mattina dicendomi che non avrebbero lasciato la squadra ma io non sono più nelle condizioni di andare avanti. Farò l’ultimo sforzo per far giocare la partita di domenica, da lunedì, se non ci saranno altre prospettive, valuteremo con i commercialisti cosa fare.”

“Il sindaco è a conoscenza di questa situazione da tempo – ha proseguito Alessi – purtroppo non ci sono stati sviluppi. Il sindaco non ha la bacchetta magica per risolvere la situazione ma è l’unica persona che potrà provare a fare qualcosa. Giavarini l’ho sentito questa mattina, per una questione di cortesia, gli ho anticipato il mio prossimo passaggio. Lui è ancora il socio di maggioranza di questa società. Non ho avuto un grande aiuto dalla piazza, la piazza non vuole più Silvio Alessi e faccio un passo indietro.”

“Ho fatto 6 anni di sacrifici, abbiamo fatto un miracolo sportivo e, per colpe sicuramente non mie, è finita così. Ci sono state delle scelte negli anni passati che non si sono rivelate buone, oggi pago lo scotto di chi ha amministrato in questi anni. Se la situazione prima dell’ingresso di Giavarini, chi ha amministrato in questi anni ha portato a determinare le situazioni che oggi mi sono sobbarcato. Da solo, l’ho sempre detto, non posso portare avanti un club di Serie C con un budget di spesa così esoso. Ho amministrato come un buon padre di famiglia, forse ho fatto un errore nell’iscrivere la squadra. A Dicembre ho pagato gli stipendi, sarò disponibile a dimostrare quali sono le mie ragioni”.

“C’è la disponibilità degli imprenditori iraniani, ma i tempi sono lunghi ed ho parlato chiaramente con i miei 33 dipendenti ed ho spiegato a quali rischi si va incontro. Oggi dovremmo attendere almeno due mesi, continuare a fare degli esborsi non indifferenti e vedere se poi gli iraniani entreranno in società oppure no. La delusione dei tifosi è la mia, a nessuno fa piacere questa cosa. Capisco che si possa pensare che la colpa è mia, ma escludo e respingo le accuse che mi vengono rivolte sul fatto che io avrei preso dei soldi. Oggi, l’unico dato di fatto è che il calcio, ad Agrigento, è morto”.

Alessi ha parlato di un incontro avuto con i tifosi: “Ho spiegato ai tifosi che abbiamo due opzioni: ridurre il budget, cercare di creare una governance trasparente con un rappresentante dei tifosi, oppure fiallire. Mi è stato detto che la città non può essere umiliata con una squadra giovane. Rifaccio la proposta, ma se questo deve creare altre situazioni di imbarazzo nei confronti nostri e dei ragazzi, se la città vuole che l’Akragas fallisca, l’Akragas fallirà. Per quanto mi riguarda, io ho chiuso” ha concluso Alessi.