Iniziativa interessante al Teatro della Posta Vecchia, in via Giambertoni 13, dove sabato 14 e domenica 15 gennaio andrà in scena lo spettacolo “Visioni” realizzato per ricordare la figura umana ed artistica della scomparsa attrice agrigentina Mariuccia Linder la quale ha lasciato memorie indelebili legate alla sua poliedrica professionalità ma anche alla sua immagine di donna impegnata nell’arte con fierezza, sincerità e passione. Lo spettacolo, che avrà luogo rispettivamente sabato alle ore 21.00 e domenica alle ore 18.00, vedrà impegnati sul palco Alice Ferlito e Francesco Bernava. Le scene e i costumi sono realizzati da Vincenzo La Mendola e la ricerca musicale curata da Giampaolo Terranova.
Il testo, insidioso e pieno di trabocchetti, é ambientato in una miserabile Italietta degli anni Sessanta dove emerge l’intricata e depravata sottocultura piccolo-borghese che invade ogni respiro del dramma, incarnandosi in una donnina in apparenza docile e insignificante. Dietro la follia della normalità viene descritto il processo culturale drammatico che ha vissuto il nostro paese e che non risparmia la protagonista del dramma la quale porta in sé la miseria degli anni in cui era preferibile “avere” piuttosto che “essere”. La protagonista Anna viene mostrata come un’ombra leggera e incerta continuamente alla ricerca di sé, delle proprie radici,dei propri ricordi, dei propri affetti e della sua verità di donna.
L’altro protagonista, Tonino, appare come una figura ossessiva proiettata sul legame passionale con Anna. La scena è nelle sue linee molto essenziale ma, contemporaneamente, tende ad evidenziare e sottolineare l’indole ossessiva della protagonista. Il tutto in un ambiente sfumato, dominato da un sapiente gioco di luci soffuse che contribuiscono a creare una leggera penombra, spazio ideale dove possono prendere corpo le fantasie di Anna. Lentamente emergono infatti tutti i suoi assilli macerati in lunghe solitarie notti nel chiuso di una stanza in penombra, in uno spazio ideale in cui anche il reale è destinato a convogliare nel sogno e la verità nella finzione e dove gli elementi presenti, più che a descrivere un ambiente, servono ad evocare e suggerire un’atmosfera evanescente e rarefatta.
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