Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento dedica la massima attenzione alla situazione complessiva dell’intera rete stradale di sua competenza, ma senza risorse finanziarie sarà impossibile non solo la manutenzione ordinaria ma anche tenere aperte diverse strade che oggi rivestono un’importanza strategica nei collegamenti tra le zone più interne. La precisazione del Settore Infrastrutture Stradali è doverosa, considerato che in seguito alle prime piogge autunnali sono giunte diverse pressanti richieste di alcuni amministratori locali sul ripristino delle condizioni di percorribilità e di sicurezza di alcune strade, evidenziando come l’azione del Libero Consorzio sembrerebbe insufficiente in tal senso.

Purtroppo quel che sfugge ai promotori delle iniziative di informazione sul pessimo stato di diverse strade è che l’ex Provincia Regionale, a causa della mancanza di fondi e di trasferimenti ridotti al minimo da parte della Regione, non è più in grado di far fronte alle emergenze, se non con estrema difficoltà e con tempi dilatati. Molti mezzi sono usurati, attualmente è a disposizione un solo bobcat funzionante e una minipala meccanica per la rimozione di fango e detriti, che dovrebbero bastare per oltre 1350 km di strade provinciali, ex consortili, ex regionali e ex Esa. Troppo poco per garantire interventi immediati, impossibili per situazioni ancora più complicate (frane o dissesti tali da compromettere la sede stradale) che hanno portato negli ultimi anni alla chiusura di numerose strade.

L’elenco delle strade sulle quali occorre intervenire con assoluta priorità, trasmesso a suo tempo alla Regione, è stato approvato solo in parte dal Dipartimento, anche se alcune strade importanti sono rimaste fuori dai finanziamenti, ma di questi, al momento, si ha solo qualche promessa, senza atti concreti, a partire dagli stessi decreti di finanziamento dei quali non si ha notizia nonostante i ripetuti annunci provenienti dalla Regione. Basti pensare che oggi si sta intervenendo, ad oltre un anno e mezzo dal crollo, sul ripristino del ponte sulla SP 37 Caltabellotta-San Carlo, ma solo grazie ai fondi della Protezione Civile.

Non è difficile dunque ipotizzare, in un futuro non troppo lontano, la progressiva chiusura di altre strade della cosiddetta viabilità secondaria, importantissime per cittadini e attività lavorative, che andrebbero ad aggiungersi alle oltre 40 già inibite al traffico per frane o smottamenti, mettendo decisamente in secondo piano le inibizioni temporanee al transito a causa della presenza di fango e detriti provocati dalle piogge autunnali.