“Il paventato ricorso al piano di riequilibrio pluriennale, annunciato dall’assessore Amico, francamente non mi sorprende più di tanto, semmai quello che mi amareggia e mi fa rabbia è che la giunta Firetto, consapevole sin dall’insediamento dell’emergenza dei conti,  non ha fatto nulla di concreto, in questo primo anno di attività amministrativa, per metterci una pezza. Anzi, ha adottato una gestione delle finanze locali poco responsabile e non certo parsimoniosa”.

Il consigliere comunale, Pasquale Spataro, con lucidità e senso pratico, analizza le dinamiche che stanno per condurre il Comune di Agrigento verso il pre dissesto.

“Già in sede di approvazione del conto consuntivo 2014 – spiega Spataro – era emersa, carte alla mano, questa grave criticità. I numeri sono numeri e l’allarme, ahimè, è stato colpevolmente sottovalutato dal sindaco e dagli assessori, i quali, ignorando il consistente passivo, che si aggirava intorno ai 90 mila euro, hanno operato come se il bilancio comunale godesse di buona salute. E’ stato assunto un capo di gabinetto, è stato assunto anche un operatore dell’informazione quando nell’organico del Comune c’è un apposito  ufficio stampa. Soldi pubblici, soldi dei cittadini, investiti per consulenze esterne in un momento di vacche magre e con la spia rossa accesa. Certamente non governa così un buon padre di famiglia.

E poi arriviamo al tema delle indennità di carica. Per carità, legittime e previste dalla legge, ma decisamente inopportune in questa fase delicata, in questo particolare periodo storico. Il buon senso, quello politico, ma anche quello civico, a cui l’amministrazione fa costantemente riferimento, avrebbe suggerito quanto meno una riduzione, almeno nella misura del 30%. E invece nulla di tutto questo. Altre somme – sottolinea Spataro – si sarebbero potuto risparmiare, come io stesso avevo proposto, attivando le necessarie e adeguate contromisure per tamponare l’emorragia prodotta dai debiti fuori bilancio, diventati una sorta di bancomat per i legali. Anche su questo terreno nessun intervento serio, incisivo, è stato messo in campo dall’amministrazione  Firetto per fronteggiare il gravoso fenomeno. Per non parlare poi di un’altra piaga, quella legata all’evasione di tasse e imposte. Ci sono ancora consistenti sacche che sfuggono all’anagrafe tributaria. Anche su questo fronte la lotta se c’è stata, è stata timida e quasi impercettibile. Eppure basterebbe toccare le leve giuste,  attivare i controlli incrociati, le verifiche attraverso serie e incisive interlocuzioni con le altre articolazioni dello Stato, competenti in materia, per scovare il bacino dei furbi. Ecco allora che i margini per recuperare qualche soldino in bilancio ci sono. Eccome. Ci vogliono  buona volontà, pugno fermo e sapere pianificare le azioni. Le soluzioni, insomma,  non mancano  per potere ridare ossigeno ai conti, ormai quasi collassati.

E’ evidente che sindaco e giunta debbano rivedere le posizioni assunte, aprendo anche un confronto propositivo e costruttivo con l’intero Consiglio comunale. Un rapporto di collaborazione istituzionale per il bene della città. A partire dall’eventuale predisposizione del piano di riequilibrio che l’assessore Amico non può confezionare da solo e  portare al Ministero per metterci il fiocco. Lo strumento, la cui approvazione è di esclusiva competenza dell’Aula, va ragionato e strutturato preventivamente e in modo ponderato, responsabile e in sintonia – conclude Spataro – perchè, considerata la delicatezza della materia e tenuto conto degli effetti che ne deriveranno, il  Consiglio non può essere lasciato allo scuro ed essere chiamato in causa solo per ratificare”.