Riceviamo e pubblichiamo

“Di acqua non si deve parlare.
Se ne lamentano i cittadini dappertutto ma la politica fa finta che il problema non esista- scrivono in una nota stampa i Consiglieri Carlisi e Monella- Così avviene anche ad Agrigento.
Nell’illustrare la relazione su un anno di mandato, il Sindaco non ha sfiorato l’argomento che era ben presente nel suo programma elettorale, con cui ha illuso i nostri concittadini: Servizio idrico meno caro e più’ equo, con la richiesta di una rimodulazione delle tariffe, in modo che siano equivalenti al consumo effettivo e la raccolta delle segnalazioni di problemi e disfunzioni.

Insomma, il Sindaco aveva promesso di aiutare i cittadini ad avere un servizio idrico più efficiente e meno caro, ma non ha mosso un dito, in linea con la politica regionale che, escluso il nostro Movimento 5 stelle, ha fatto di tutto per boicottare una legge che poteva finalmente rendere l’acqua pubblica in contrasto con quanto deciso dall’attuale governo piddino nazionale.

Mentre i cittadini soffrono la sete e sognano di essere liberati dalle enormi bollette e dagli scarsi servizi, ribadiamo che con questa politica ciò non sarà possibile.
Alla Regione la legge 19/2015 è nata per morire senza mai essere utilizzata. Così sta avvenendo.
Costituita ma non entrata in funzione l’ATI, non istituita la Commissione Tecnica presso gli ATO che doveva valutare la risoluzione del contratto, lasciata all’AEEGSI l’autorità sull’acqua in Regione, sono anche aumentate le tariffe agrigentine nonostante l’individuazione dei tanti che non avevano mai pagato.

Per la convenzione stipulata con il gestore, i servizi, nel tempo, sarebbero stati destinati a migliorare e avremmo dovuto già avere l’acqua 24 ore su 24 con delle tariffe destinate a diminuire.

Tutto ciò, però, se tutti avessero pagato e se si fossero fatte tutte le migliorie necessarie ad una distribuzione e ad una gestione ottimale. E anche ad una depurazione efficiente perché pure su questo fronte, nonostante sequestri, proteste e proclami, non si sono fatti passi avanti.

Nel caos regionale rimane vivo un passaggio di acqua tra diversi enti che sono sempre meno pubblici e che non sono stati in grado di fronteggiare la presunta emergenza idrica dovuta all’inverno poco piovoso, che ha determinato un’estate di sofferenza per gli agrigentini.

Ai tanti che ci chiedono acqua pubblica, che si disperano per i disservizi e per le gravose bollette, diciamo di prendere parte attiva alla vita pubblica e di richiedere i loro diritti nelle sedi preposte. altrimenti lasciate ogni speranza all’acqua pubblica”.