“L’avevo detto pubblicamente nella precedente seduta. E oggi i fatti mi danno ragione: il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua è un obiettivo certamente da inseguire, ma oggi non realizzabile”. Sono le parole del consigliere comunale del gruppo “Uniti per la città”, Pasquale Spataro, dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di bocciare la legge varata appena qualche mese fa dall’Ars.
“La riforma confezionata da sala d’Ercole – aggiunge Spataro – si è rivelata un sorta di bluff, dal momento che alcune norme sono in palese e netto contrasto con quelle statali e con quelle della comunità europea. Una sorta di morte annunciata: la riforma è stata uccisa a Palermo, non so se con dolo o meno, e tumulata a Roma, dove sono stati celebrati i funerali. A noi, che operiamo in periferia, a questo punto – spiega Spataro – non ci resta altro che condurre una dura ed incisiva battaglia politica, facendo pressing sui parlamentari regionali, nazionali ed europei affinché si arrivi ad una impalcatura normativa armonizzante e in linea con la volontà degli enti locali che è quella di tornare alla gestione pubblica delle risorse idriche e di ridurre i costi del servizio. Altrimenti sarà tutto inutile, ragionamenti diversi, come quelli, per certi versi intavolati all’interno di aula Sollano, significa perdere tempo prezioso e prendere in giro la gente alla quale interessa solo e soltanto pagare di meno il costo della bolletta dell’acqua. Io nella prossima seduta d’aula – conclude il consigliere comunale del gruppo “Uniti per la Città” – proporrò una iniziativa da condividere con le altre forze e con altri consigli comunali, attraverso la quale avviare una lotta politica senza quartieri, a vario livello, per raggiungere il grande traguardo che i cittadini invocano e sollecitano alle Istituzioni”.