La piscina comunale di Villaseta è chiusa e rischia seriamente di non aprire i battenti. E il motivo è semplice: la gestione del servizio è stata affidata attraverso un bando privo di fondamenta”. A rilevare le grave situazione è la compagine di aula Sollano “Uniti per la Città”, composta dal capogruppo Giuseppe Picone, e dai consiglieri Angelo Vaccarello e Pasquale Spataro, dopo avere approfondito carte e documenti nelle apposite commissioni consiliari e avere raccolto informazioni dai dirigenti comunali al ramo.

“Il quadro emerso è disastroso – spiegano i tre consiglieri comunali – ha davvero dell’incredibile. Non è possibile esperire una gara non tenendo conto delle norme in materia di sicurezza e non osservando il vigente regolamento di Palazzo dei Giganti. All’appello mancano autorizzazioni e certificazioni che non consentono alla società, che si è aggiudicata il servizio, di potere consegnare la struttura alla città e agli agrigentini. Tutto questo non è tollerabile. L’amministrazione attiva individui urgentemente le responsabilità all’interno della macchina burocratica e agisca tempestivamente e con determinazione. Perché non possono essere sempre i cittadini a farne le spese.

La piscina comunale di Villaseta deve essere quanto prima restituita alla fruizione, sia degli sportivi, per l’attività fisica, delle società e scuole di nuoto, ma anche e soprattutto di quanti utilizzano le vasche per la terapia di riabilitazione. Se il problema è legato alla mancanza di fondi, il sindaco Firetto e la giunta si mettano al lavoro per reperirli in modo da rendere la struttura adeguata e agibile. Se la caccia alle risorse oggi non dovesse essere realizzabile per le ristrettezze economiche, allora si cambi impostazione. Andiamo a modificare il regolamento comunale in alcune sue parti e poi si proceda – sottolineano i consiglieri del gruppo “Uniti per la Città” – ad affidare la gestione della piscina obbligando il privato, che andrà a curare l’attività, ad assumersi l’onere di realizzare le opere necessarie per ottenere le autorizzazioni e le certificazioni previste per legge. Come contropartita, la società riceverà evidentemente uno scomputo, in relazione alle spese sostenute, sull’entità complessiva del canone che sarà chiamata a versare al Comune di Agrigento. Non si può stare più con la mani in mano in questa città, dove l’immobilismo, l’inerzia, la superficialità o l’incapacità di chi ha ruoli di responsabilità, si traducono quasi quotidianamente in diritti negati, disagi e impoverimento” – concludono Picone, Vaccarello e Spataro, il quale annuncia che venerdì, alle 12,30, la Commissione allo Sport, da lui presieduta, effettuerà un sopralluogo proprio all’interno della piscina.