Riceviamo e pubblichiamo

Per il patrimonio culturale e paesaggistico di Agrigento c’è futuro se esso risulta essere importante per quanti lo frequentano nel territorio in cui si trova, scoprendone e riscoprendone i possibili sistemi di relazione con la vita di tutti i giorni. Esso diventa ancora più importante se lo si considera partendo dai valori cui si ispira la comunità che a esso è storicamente e geograficamente più vicina.

Probabilmente serve a poco che la Valle dei Templi sia celebrata per il suo valore universale, se chi l’ha vicina non la riconosce e non la cura come si dovrebbe. E’ d’altronde sempre più chiaro che il senso di prossimità al patrimonio culturale e la sua appartenenza alla contestuale comunità agrigentina si sviluppano non per semplice vicinanza fisica ma per una frequentazione interessata, capace di crescita attraverso un processo conoscitivo sia personale che di gruppo. Tutto questo richiede, però, non soltanto una protezione formale dei singoli siti archeologici o dell’area archeologica, ma soprattutto un’opera educativa, di studio e di ricerca che, a sua volta, necessita di adeguati strumenti, talora forniti da altri sistemi culturali che hanno funzione documentaria (come le biblioteche, gli archivi, le mediateche etc.) oppure alla fruizione diretta e agevolmente accessibile di complessi monumentali, archeologici, urbanistici, paesistici.

Nel caso di Agrigento l’elemento storico e archeologico è indiscutibilmente legato al paesaggio ed al territorio della città antica e moderna. Il Parco avrebbe dovuto compenetrarsi nella città e costituire una unità inscindibile con essa e con la zona della costa. Il centro storico, la valle e la costa sono i tre elementi di una unica pianificazione territoriale e paesaggistica. Il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dovrebbe rappresentare un’area pivotale nel territorio agrigentino e avere come interlocutore principale la città, con tutte le attività culturali, produttive e il sistema di servizi. La relazione tra la città e il Parco deve ridisegnare non solo nuovi contenuti, ma anche forme coerenti con modelli socio-economici più sostenibili e attenti alle condizioni di crescita economica.

Questo approccio sistemico e innovativo appare, come una delle chiavi di volta dello sviluppo agrigentino nei prossimi anni. Un approccio operativo e concreto sempre in raccordo e sussidiarietà con la base sociale e territoriale, i suoi gruppi culturali e le istituzioni del territorio.

Cose da fare:

a) attivare un tavolo di confronto con la Regione Siciliana per condividere un nuovo modello di governance del Parco Valle dei Templi e del suo sistema di relazione;

b) rivedere la convenzione Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi e Comune di Agrigento (ottenere realmente il 30% degli incassi da bigliettazione);

c) condividere progetti imprenditoriali di sviluppo relativamente alle attività e ai servizi connessi al processo di conservazione, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico della città di Agrigento;

d) sviluppare modelli innovativi nella gestione dei beni demaniali (350 ettari gestiti dal Parco su 1.300 ettari complessivi del Parco Valle dei Templi il più esteso al mondo!!) tramite progetti sperimentali che avviano nuovi modelli imprenditoriali che coinvolgano prevalentemente giovani (servizi parcheggi, visite guidate, trasporto, ristorazione, piccola editoria e gadget, prodotti agro-alimentari -olio, vino, mandorle-, prodotti artigianali, accoglienza alberghiera, etc…)

Giuseppe Di Rosa – Candidato sindaco di Agrigento