Dopo averlo anticipato verbalmente, ieri il Commissario Straordinario di Licata, Maria Grazia Brandara, è passato dalla teoria alla pratica, ed assumendo i poteri della Giunta, ha deliberato l’adesione Ufficiale del Comune di Licata, alla campagna per l’istituzione del Reddito di dignità, a favore dei più poveri, lanciata da Libera, l’associazione di promozione sociale, composta dal coordinamento di oltre 1.500 associazioni varie, gruppi, scuole, realtà di base sparse su tutto il territorio nazionale.
“Quando ho preso conoscenza dell’iniziativa di Libera che mira ad assicurare un cosiddetto reddito di dignità a chi vive nella povertà, ed oggi in Italia il fenomeno è sempre più esteso – spiega il Commissario – non ho avuto alcuna esitazione a voler aderire all’iniziativa, affinchè anche Licata, a quanto apre seconda città in Italia dopo Monterondo, desse il proprio contributo, avviando lì’iter con l’adozione formale di un atto assunto con i poteri della Giunta e con l’augurio che anche l’Amministrazione comunale che si insedierà nel prossimo mese di giugno, possa portarla avanti. Il reddito di dignità diventa anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie, in questa fase di grave crisi e di aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno della gente trasformandolo in ricatto economico, alimentando, così, circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce di scambio. Mentre questo strumento deve servire per imporre un diritto che renda le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità”.
Ed una conferma alla testi sostenuta dal Commissario Maria Grazia Brandara, arriva anche dalla Risoluzione del Parlamento Europeo sul Ruolo del Reddito Minimo nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa evidenzia che questo è uno strumento che può “contribuire al miglioramento della qualità della vita e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale, culturale e politica, come pure di vivere dignitosamente” e che è “il diritto fondamentale della persona a disporre di risorse economiche e prestazioni sociali sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana”.
La misura deve essere rivolta a coloro che sono già in una condizione di povertà economica, a coloro che in un dato momento della loro vita si trovano nella condizione di non poter lavorare o che hanno un reddito che non permette loro di vivere dignitosamente, o coloro che anno perso i benefici degli ammortizzatori sociali o che sono in ogni modo al di sotto di una certa soglia economica.
L’iniziativa rientra nella campagna “100 giorni per un reddito di dignità” promossa da Libera con la partecipazione del BIN – Basic Encome Network – , EAPN – European Antipoverty Network, Italia promuove, per impegnare il parlamento a prendere una decisione importante in tal senso.
“In quanto al reperimento dei fondi all’uopo necessari – spiega Brandara – , la proposta è quella di ricavarli da una riduzione delle spese militari, un aumento delle tasse sui redditi più alti e di un aumento della tassazione del gioco d’azzardo. Di fronte a tale appello ed alla realtà della nostra società, non potevamo restare insensibili all’appello lanciato da Libera e degli altri movimenti aderenti all’iniziativa, a dimostrazione del nostro alto senso civico e di amore cristiano”.