Il segretario provinciale della Cisl, Massimo Raso, ha inviato una nota al Prefetto di Agrigento avente ad oggetto la presenza, in provincia di Agrigento, di discariche non conformi delle quali, già nel 2005, la stessa CGIL si era occupata.
Ecco il testo della nota.

Gent.mo Sig. Prefetto,

Nel Settembre del 2005, l’allora Segretario Generale della CGIL di Agrigento, Piero Mangione, lanciò l’allarme sulle discariche abbandonate, sulle “19 bombe ecologiche” che, disseminate sull’intero territorio della provincia, se non correttamente presidiate, potevano costituire serio pericolo per l’ambiente e la salute pubblica.
Tali discariche, da bonificare, interessavano i territori di Agrigento, Aragona, Burgio, Calamonaci, Camastra, Cammarata, Casteltermini, Castrofilippo, Cianciana, Comitini, Grotte, Licata, Lucca Sicula, Menfi, Naro, Racalmuto, Ribera, Santa Elisabetta, Santo Stefano.
Discariche completamente fuori controllo che inquinavano, con il percolato che penetrava nel sottosuolo e il biogas che si disperdeva nell’aria, e che erano alla mercè sia degli eventi atmosferici che delle incursioni di chi volesse illegalmente liberarsi anche di rifiuti tossici e pericolosi (ecomafia).
Da quella denuncia seguirono diversi incontri con i vertici delle Istituzioni ed i Responsabili del tempo (Prefettura, Provincia) ed anche una indagine della Procura della Repubblica di Agrigento.
Nel merito si ottenne un finanziamento da parte dell’Agenzia regionale dei rifiuti indirizzato all’Assessorato Provinciale territorio e Ambiente per l’attività di caratterizzazione dei rifiuti presenti, non più nelle 19 discariche abusive intercettate dalla CGIL ma nei 51 siti individuati successivamente.

Nel Maggio del 2010, Mariella Lo Bello, è subentrata a Piero Mangione nella guida della CGIL, ed ha ripreso e rilanciato quella denuncia.

Recentemente l’Europa ha condannato l’Italia per la questione delle discariche (Sentenza 2 dicembre 2014 «Inadempimento di uno Stato – Direttive 75/442/CEE, 91/689/CEE e 1999/31/CE – Gestione dei rifiuti – Sentenza della Corte che constata un inadempimento – Omessa esecuzione – Articolo 260, paragrafo 2, TFUE – Sanzioni pecuniarie – Penalità – Somma forfettaria») ed una parte della colpa, la porta Agrigento.
L’Italia dovrà pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro, inoltre la Corte ha inflitto all’Italia una penalità di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie a dare piena esecuzione alla sentenza del 2007.
In altre parole, l’Italia dovrà continuare a pagare fino a quando continuerà la permanenza in stato di infrazione.
Da quest’importo saranno detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi e 200.000 per ogni altra discarica che nel frattempo sarà stata messa a norma.
Tre di queste discariche sono ad Agrigento (e sono tra le 19 che aveva denunciato la CGIL): si trovano in C.da S. Martino a Cammarata, C.da Oliva a Racalmuto e C.da Scalilli a Siculiana.

Oggi la CGIL AGRIGENTINA, chiede a Ella signor Prefetto di esercitare il diritto di precauzione e, più specificatamente, intende sapere:

  • cosa ne è stato di quegli impegni?
  • di quella attività investigativa?
  • ma, soprattutto, cosa ne è stato di quelle discariche: sono o no state “disinnescate” quelle “bombe”?
  • qual è lo stato attuale delle discariche in provincia di Agrigento?

Ma, soprattutto, la CGIL AGRIGENTINA pone in tutta la sua drammaticità ed urgenza l’esigenza che della “questione rifiuti” in questa Provincia non si parli solo in occasione degli scioperi per i mancati pagamenti degli stipendi ovvero per l’“emergenza” che viene provocata dalla chiusura di qualche discarica.
Ma che la si affronti – una volta per tutte – verificando, anche il rispetto della Direttiva Europea 2008/98/CE pone (art. 16), che pone come strategica, la previsione dell’autosufficienza di una comunità, nella sua accezione più generale.
La CGIL lo fa attraverso la predisposizione di questo secondo “dossier” che sottopone alla Sua attenzione e a quella dell’opinione pubblica, affinché su questa materia si apra un dibattito che possa approdare a migliorare la condizione complessiva del servizio, risanare l’ambiente e ridurre i costi per le famiglie e per le attività economiche.

Cordiali saluti.
Il Segretario Generale
Massimo RASO