Riceviamo e pubblichiamo

Nel cuore antico del centro storico di Agrigento si stanno muovendo i primi passi per la realizzazione del progetto denominato “Terravecchia“. Un progetto quanto mai controverso che ha diviso l’opinione pubblica fin dal primo momento e che ancora oggi mantiene alta l’attenzione nei confronti di una delle aree più preziose, ricche di storia e fragili dell’intero tessuto storico. Nella sua prima stesura, il progetto lasciava profilare l’avvio di un intervento fortemente distruttivo che avrebbe minato alla base ogni permanenza e resilienza morfogenetica del nostro tessuto urbano e che avrebbe condotto ad una riconfigurazione volumetrica che poco aveva a che fare con i più elementari principi del restauro e della restituzione della memoria.

Nella giornata di oggi, insieme ai membri dell’associazione Agrigento Punto a Capo, abbiamo avuto la possibilità di visitare direttamente il cantiere di lavoro e avere contezza dello stato delle cose grazie alla disponibilità dell’architetto dell’ufficio tecnico Lillo Campanella e del direttore operativo dei lavori arch. Giovanni Picciuca che ci hanno guidato all’interno del cantiere illustrandoci lo stato di fatto attuale. Gli ultimi scavi condotti in collaborazione con la sovrintendenza dei BB. CC. hanno riportato alla luce l’antica chiesa di origini Bizantine e numerose vasche e lavatoi sepolti sotto cumuli di macerie che, secondo l’arch. Picciuca, obbligano a riconsiderare la nefasta idea iniziale di demolire tutto l’esistente e realizzare delle imponenti platee di fondazione per le nuove edificazioni che seppellirebbero per sempre ogni traccia del passato.

Il nuovo progetto, che sarà redatto in questi mesi, dovrebbe manifestare sensibilità nel restauro e nella valorizzazione di questi tesori sepolti affinché possano essere inseriti in un percorso di valorizzazione dell’intera area. Anche l’idea iniziale di utilizzare dei sistemi intelaiati in cemento armato sembra ormai tramontata in favore di un più saggio utilizzo di sistemi in muratura portante. Stando alle parole dell’arch. Picciuca, che ringraziamo per la professionalità dimostrata, e per quello che abbiamo potuto constatare i lavori riguardanti la parte pubblica del progetto sembrano aver preso la piega giusta. Ovviamente sarà necessario mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica affinché i lavori vengano condotti realmente secondo questi nuovi principi ispiratori e soprattutto affinché anche la parte privata si adegui a questa metodologia operativa.

Il Laboratorio Vallicaldi auspica che l’apertura alla partecipazione civile dimostrata oggi possa divenire una costante nella redazione ed elaborazione dei progetti pubblici e che si possa inaugurare una nuova stagione lontana dal malcostume della speculazione edilizia, e che miri al bene collettivo e alla salvaguardia dei valori storico-ambientali della nostra città.