“Ho incontrato, seppur per pochi minuti, il Commissario Straordinario, e francamente ne ho ricavato una impressione positiva. Ma non si può caricare eccessivamente di responsabilità e di attese un dirigente rispetto ad una situazione complessivamente così critica e delicata, come quella del Comune di Agrigento, per la quale la politica ha praticamente ceduto il passo”. E’ l’analisi di Aurelio Trupia, presidente del consiglio comunale dimissionario, esponente del gruppo Mpa.

“Senza nulla togliere alle capacità, alle competenze e alla determinazione della dottoressa Giammanco – aggiunge Trupia – non ci si può illudere che, nel corso di questa sua gestione, breve o lunga che sia, lei, quasi per magìa, possa risolvere criticità ed emergenze che negli anni si sono aggravate fino a diventare cronicizzate. E’ poco serio e irrispettoso, sia nei suoi confronti, ma anche e soprattutto nei confronti degli agrigentini, che si lascino passare messaggi di questo tipo. O addirittura amplificarli. Va assolutamente detta la verità. Così come tutti i commissari straordinari, anche la Giammanco – aggiunge Trupia – è stata nominata ed inviata dalla Regione per surrogare una guida politica, che è venuta meno, e per traghettare l’Ente, attraverso un percorso il meno traumatico possibile, alle prossime elezioni. Non ci si può dunque aspettare chissà quale rivoluzione, chissà quali cambiamenti. Chissà quali novità radicali da un burocrate, da un tecnico, che tra l’altro è impegnata a svolgere il suo lavoro anche nell’Amministrazione regionale. Quelle sono di competenza della politica, delle istituzioni democraticamente elette. Semmai ci sarebbe da fare una seria e profonda riflessione: perché siamo arrivati al punto in cui ci troviamo? Cosa non ha veramente funzionato? Le responsabilità – osserva Trupia – non possono essere ora caricate sulle spalle altrui, ignorando o dimenticando lucidamente che la città fino ad una quarantina di giorni fa il suo governo ce l’aveva. E allora non si strumentalizzi sulla gestione commissariale – conclude l’esponente del movimento per l’autonomia – piuttosto nei limiti del possibile, mettendo da parte scontri e beghe di partito, si lavori giudiziosamente per salvare il salvabile e con l’aiuto del Commissario si faccia finalmente quell’operazione veritá tanto sbandierata ma mai attuata” .