“Ci sono tre criteri, il primo è il bacino di utenza, il secondo sono gli incassi certificati e il terzo è la storia: quindi non è detto che una squadra che non vada in finale non possa essere ripescata.
Aggiungiamo che le squadre che non hanno i campi a norma è inutile che facciamo richiesta di ripescaggio, altrimenti non si va da nessuna parte”.
Se i tifosi dell’Akragas si aspettavano da Mario Macalli, presidente della Lega Pro, un segnale che desse una forte speranza nel buon esito del ripescaggio, saranno rimasti un po’ delusi. Quel “non è detto che una squadra che non vada in finale non possa essere ripescata” è rimasto un po’ sul groppone. Cosa voleva dire? Chi, seppure eliminata, potrebbe essere ripescata?
Il recente passato ci fa tornare alla mente la buona sorte a cui è andata incontro il Cosenza la scorsa stagione. Eliminata agli ottavi dei play off e ripescata nel corso dell’estate.
Tra i tre aspetti, quello che preoccupa maggiormente è la situazione dello stadio Esseneto.
Sembra che tutto taccia da quando l’assessore Catuara ha eseguito quel sopralluogo con gli architetti comunali. In effetti, però, la macchina burocratica si è messa all’opera. La ditta che eseguirà i lavori ha richiesto dei dati tecnici che il comune ha fornito e, se i tempi verranno rispettati, lo stadio sarebbe pronto entro il mese di settembre, illuminazione inclusa. Anche la tribuna stampa dovrebbe essere resa operativa entro l’inizio del prossimo torneo.
Ma bisogna fare un passo alla volta: prima di tutto c’è da superare il Pomigliano.

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