“Non è mia intenzione mancare di rispetto alle compagini folkloriche ed alle autorità presenti, a cui vanno massima stima e apprezzamento, ma ho maturato la decisione di non partecipare alle cerimonie ufficiali dell’edizione 2014 della Sagra del Mandorlo in Fiore”. Ad annunciarlo è il presidente del consiglio comunale di Agrigento, Aurelio Trupia, amareggiato e dispiaciuto per come è stata prima organizzata e dopo gestita la manifestazione nel suo complesso.
“Sono fortemente rammaricato – afferma Trupia – ma la rinuncia mi sembra la sola ed unica soluzione per provare a riscattare, seppur parzialmente, l’immagine e il decoro istituzionale di Palazzo dei Giganti. L’amministrazione Zambuto, non curante delle gravi difficoltà economiche in cui versano i propri cittadini, ai quali si chiedono continui sacrifici, e con una città impresentabile agli occhi dei turisti, ha voluto che la manifestazione si svolgesse regolarmente, il tutto all’insegna dell’improvvisazione.
L’arrivo di alcuni gruppi in Città, in netto anticipo rispetto alla data fissata per l’evento, è l’immagine simbolo di questa edizione. Quando si naviga a vista e anche la dea bendata è impegnata altrove, le figuracce sono garantite: questo è diventato purtroppo l’elemento distintivo del nostro governo locale, bravo e capace – osserva ironicamente Trupia – a trasformare la Sagra del Mandorlo da prestigiosa vetrina internazionale per la promozione e valorizzazione del territorio in una farsa grottesca dove l’immagine della città di Agrigento ne esce, mediaticamente e diplomaticamente, con le ossa rotte. Un danno immenso che si va ad aggiungere alle conseguenze reali e concrete, che questa organizzazione messa in campo così, senza preventiva pianificazione e programmazione, finisce per arrecare agli operatori turistici, alle strutture ricettive e all’intero filone dell’economia che gira attorno a questa kermesse. E’ davvero uno scempio dal quale il sottoscritto, per il ruolo istituzionale che si onora di rappresentare, prende le debite e legittime distanze. Da qui allora la decisione, ascrivibile al senso di responsabilità ed alla voglia del fare e non dell’apparire – conclude il presidente del consiglio comunale di Agrigento – di non partecipare a nessuno degli avvenimenti in programma”.