Il consiglio comunale di Agrigento, ha votato il “si” al bilancio di previsione 2013 (e non 2014). Lo ha fatto alla seduta del 28 dicembre 2013 (e non 28 gennaio, o febbraio).
Il bilancio, tanto criticato dai consiglieri comunali per i modi di presentazione, è stato approvato con il voto di 14 consiglieri favorevoli, e 11 contrari. Assenti 5 consiglieri, che avrebbero potuto ristabilire gli equilibri, e soprattutto chiarire le singole posizioni.
Da parecchi giorni, i consiglieri di opposizione, invocano le dimissioni del sindaco che non avrebbe la maggioranza. E molti, moltissimi, si dicono pronti a dimettersi per non essere “complici” delle scelte dissennate dell’Amministrazione Zambuto.
All’atto pratico, si registra l’approvazione del bilancio e la sfiducia di cui godrebbe il sindaco se ne va bellamente a gambe all’aria.
Il consigliere comunale del MPA Alfonso Vassallo, in una nota diramata al termine della seduta consiliare, dichiara che il gruppo è rimasto in aula opponendosi ad uno strumento contabile “ingessato, rigido ed inefficace, ma soprattutto, essendo a fine anno, ormai fuori luogo: va a prevedere quello che è stato già fatto”.
“La città – dichiara Vassallo – dopo il settennato di Zambuto, si gode oggi il primato in classifica, in ambito nazionale, per le tasse più alte a fronte, ahimè, di servizi e assistenza sociale pari a zero. Un vero disastro di cui l’Mpa non vuole essere complice. Anzi, con il voto a sfavore di oggi, il gruppo autonomista, del quale fanno parte anche il presidente Trupia e i consiglieri Picone e Mandracchia, era pronto, pur di dare un segnale politico forte, preciso ed incisivo, ad andarsene anche a casa, visto che la legge in materia prevede lo scioglimento del Consiglio in caso di bocciatura del bilancio.
E’ la dimostrazione che noi non siamo incollati alle poltrone, ma operiamo in piena libertà e secondo coscienza, senza perdere di vista ovviamene il senso di responsabilità, al quale facciamo costantemente riferimento. Il sindaco, demagogicamente, oggi invocava il voto di responsabilità”.
Perché “era pronto”? Non lo è più?
Quale altro strumento non deve essere approvato per dimettersi e non essere più complici di questo o di quell’altro?
E Vassallo dichiara ancora che il voto “sancisce però, questo sì, un dato politicamente rilevante: il sindaco Zambuto non ha la maggioranza. Ne tragga allora le conseguenze – conclude Vassallo – perché la proposta del sindaco è passata grazie ad un gruppo di consiglieri dell’opposizione assenti in aula al momento della votazione”.
Che il gruppo di consiglieri assenti fosse all’opposizione è certamente un pensiero del consigliere Vassallo, ma i fatti ci presentano dell’altro. Chi erano questi “irresponsabili” consiglieri?
I fatti dicono che nessuno di coloro che predica bene, razzola altrettanto bene. Da settimane ormai si assiste al balletto della “minaccia” di andare tutti a casa perché non si vuol essere complici delle decisioni del sindaco.
Ma nessuno si dimette. Perché?